Episodio 10 – Tra una margherita e un bicchiere: la sera in cui Matteo decise chi sarebbe diventato.

Un’estate di prime volte, un consiglio inatteso e una scelta che avrebbe cambiato tutto

Quell’estate successe anche questo: per la prima volta nella sua vita, Matteo andò a mangiare una pizza con una ragazza.
Uhaaaaaaaa, che emozione!
Matteo non aveva mai vissuto un momento così: una cena vera, solo lui e lei, con il resto del mondo che sembrava scomparso in un attimo, lasciando solo le loro risate timide e il profumo di pomodoro nell’aria.
Era un miscuglio di agitazione, stupore, euforia e paura. Si sentiva impacciato, goffo, quasi teneramente ridicolo.

Lei si chiamava Maria. Lavorava come cameriera ai piani nello stesso hotel dove Matteo faceva la stagione. Aveva un paio d’anni più di lui, anche lei un po’ goffa e timida, ma decisamente più sveglia, più sciolta, più pronta a ridere di sé e del mondo.
Maria aveva mani piccole, agili e segnate dal lavoro, occhi curiosi che sembravano sempre in cerca di storie da ascoltare. Quando rideva, le spalle le tremavano leggermente, e Matteo si sentiva come se stesse guardando la prima alba dell’estate.
Lei riusciva a sciogliere i suoi silenzi, a fargli dimenticare le insicurezze, a farlo sentire vivo.

Quella sera, davanti a una pizza margherita che nessuno dei due finì davvero, Matteo scoprì per la prima volta il gusto dolce e spaventoso dell’intimità.
Parlarono poco, ma si dissero tanto. Ogni sguardo era una piccola dichiarazione, ogni morso un passo verso un coraggio nuovo.
E nonostante l’imbarazzo, la serata andò bene. Anzi, fu solo la prima di una serie di uscite, in un’estate che sembrava non voler finire mai.

Nel frattempo, al lavoro, Matteo aveva stretto un legame speciale con il suo chef de rang.
Un uomo molto più grande, sposato, con figli. Eppure, tra loro era nato un rapporto sincero, quasi fraterno.
Lo chef stimava Matteo: diceva che era preciso, puntuale, rispettoso. Un ragazzo con la testa sulle spalle.

Verso la fine della stagione, una sera, Matteo uscì con lui a bere qualcosa.
Seduti a un tavolino all’aperto, con le montagne sullo sfondo e l’aria fresca della sera che li accarezzava, iniziarono a parlare davvero.
Complice qualche bicchiere in più, lo chef si aprì.

Confessò a Matteo che da giovane sognava di girare il mondo, lavorare in grandi alberghi internazionali, vedere New York, Tokyo, ogni angolo possibile.
Poi, a vent’anni, si era innamorato. Forte, improvviso.
Poco dopo si era sposato.
“Certo che sono felice,” disse, con uno sguardo che sembrava perdersi oltre il bicchiere, “mia moglie è una brava donna, ho due figli stupendi… ma non era quello che volevo all’inizio.”
Fece una lunga pausa, poi guardò Matteo dritto negli occhi.

“Senti,” aggiunse, “tu mi ricordi me, anni fa. Hai voglia di fare, di andare lontano.
Quindi ascolta bene: divertiti, esci, fai tutte le esperienze che vuoi… ma non ti legare.
Se ti leghi, addio viaggi, addio carriera. Ricordatelo. Non ti innamorare. Non troppo presto.”

Lo ripeté più volte, come un mantra inciso nella mente di Matteo.
Quelle parole gli rimasero dentro, forti, quasi violente.

Amore o carriera?
Famiglia o futuro?
Matteo non si era mai posto davvero quella domanda, fino a quella sera.

Da quel momento, qualcosa in lui cambiò.
Matteo decise che avrebbe scelto la carriera.
A qualunque costo.
Niente e nessuno lo avrebbe fatto cambiare idea.

Alla fine della stagione, nel momento dei saluti, lo chef prese Matteo da parte e, quasi sussurrando, ripeté:
“Non dimenticare quello che ti ho detto. Non ti legare. Vai lontano.”

Matteo non lo rivide più.
Ma quelle parole continuarono a seguirlo come un’eco discreta, accompagnandolo in ogni scelta, in ogni bivio.
E forse, chissà, erano già la risposta a domande che avrebbe imparato a farsi solo molti anni dopo.

Intanto, in quell’estate che sapeva di pizza, di prime carezze rubate e di sogni troppo grandi, Matteo, senza accorgersene davvero, aveva già iniziato a dire addio a Maria.

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