Episodio 16 – Il secondo inverno a San Martino

Episodio 15 – Il secondo inverno a San Martino

“Elena accanto, Eleonora nel cuore”

Il secondo Natale a San Martino di Castrozza non fu come gli altri.
Non per Matteo Ferri.

Non era più un ragazzo alle prime armi.
Quel ritorno tra i monti, tra i carrelli d’acciaio e le stoviglie contate, aveva un altro sapore: quello di chi ha trovato il proprio posto, almeno per un po’.

Non imparava più soltanto.
Ora eseguiva. Guidava.
Con precisione, discrezione, cura.
I colleghi lo rispettavano. I superiori si fidavano. I clienti notavano il suo passo leggero e quel “buonasera” detto con calma, senza sforzo.

E stavolta, non era solo.

Con lui c’era Elena — la sorella maggiore di Eleonora.
Lavorava ai piani, a volte in lavanderia. Si adattava con rapidità, era sveglia e concreta.
Era la sua prima stagione invernale, e si vedeva: si lasciava incantare dal paesaggio, dalla neve che cadeva lenta come una benedizione silenziosa.

Elena si fece voler bene da tutti.
Non perché cercasse approvazione, ma per la sua educazione sincera, per l’attenzione ai dettagli.
Le mance la inseguivano.
E lei, semplicemente, ringraziava.


Nei giorni liberi, usciva spesso con Matteo.
Passeggiate brevi. Un tè caldo. Due parole.
Non c’era una storia tra loro.
C’era stima. Affetto. Complicità vera.

A volte Elena si fermava a chiacchierare con altri ragazzi — qualcuno più grande, qualcuno più spavaldo.
Matteo osservava. Sorrideva.
Non era gelosia.
Nel suo cuore, il centro era altrove.

Quel bacio con Eleonora, dato quasi in silenzio prima della partenza, non era stato un gioco.
Era stato un segno. Una dichiarazione non detta.
E da allora, lei non gli era mai uscita dai pensieri.


A quei tempi, sentirsi a distanza non era facile.
Non esistevano messaggi rapidi, né chiamate illimitate.
Comunicare significava affidarsi a passaparola gentili, a orari fissati con anticipo, a voci che viaggiavano attraverso botteghe e centralini.

— «Alle sette mi chiama Matteo, diteglielo per favore…»

E si aspettava.
In silenzio.
Con il cuore che batteva più forte a ogni squillo.

Quando Elena chiamava casa, Matteo era lì.
E ogni tanto parlava anche lui.
Una frase. Un saluto. Un aggiornamento sulla neve, sugli ospiti, sul lavoro.
Nulla di più.

Ma bastava.
Anche un minuto era una finestra aperta.

Erano momenti rubati, custoditi con cura.
Un filo sottile che li univa.
E forse, in quel tempo lento e fragile, proprio quel poco valeva tantissimo.


I giorni scorrevano così:
lavoro, corse nei corridoi d’albergo, neve sulle spalle, risate nel retrocucina.
E sempre, un pensiero che lo accompagnava.
Una voce, un volto, una presenza lontana: Eleonora.


Poi arrivò la Befana.
E con lei, la fine della stagione.

Matteo ed Elena salirono sul pullman per tornare a Trento.
Stanchi. Soddisfatti. Diversi.

Lei, con la certezza di aver vissuto qualcosa di grande.
Lui, con una maturità nuova, silenziosa, ma profonda.

Seduto accanto al finestrino, mentre il paesaggio bianco scivolava via, Matteo osservava le montagne allontanarsi.
Elena dormiva appoggiata al sedile, il viso sereno, le mani intrecciate in grembo.

E in quel silenzio denso, capì che a volte la felicità è proprio così:
una presenza discreta accanto,
e un pensiero che resta — sempre — nel cuore.

San Martino lo aveva accolto di nuovo.
Con Elena accanto.
Ed Eleonora, sempre, nel cuore.

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