
“Lavorare sì, ma nel rispetto delle regole”
Rocca San Giovanni (CH), 19 luglio 2025 – Una serata affollata lungo la Costa dei Trabocchi si è conclusa con la chiusura di un noto locale, a seguito di un controllo straordinario disposto dal Questore di Chieti, Leonida Marseglia, per contrastare le irregolarità nella movida estiva.
Il blitz è scattato attorno alla mezzanotte. All’interno della struttura erano presenti circa mille persone. Tuttavia, l’attività è risultata priva della licenza di pubblico spettacolo, requisito indispensabile per l’organizzazione di eventi danzanti o musicali con un simile afflusso.
All’operazione hanno preso parte: Polizia di Stato, Commissariato di Lanciano, Squadra Mobile, Reparto Prevenzione Crimine Abruzzo, unità cinofile della Guardia di Finanza di Pescara, Ispettorato del Lavoro e ASL.
Durante l’intervento sono emerse gravi violazioni:
- Tre lavoratori impiegati senza regolare contratto;
- Sistema di videosorveglianza non autorizzato;
- Piano di evacuazione irregolare e ambienti di lavoro non conformi alle normative di sicurezza;
- Carenze igienico-sanitarie nella preparazione degli alimenti: assenza di spogliatoi per il personale e mancata applicazione delle procedure HACCP.
È stata quindi sospesa l’attività di somministrazione alimentare e sono state comminate sanzioni amministrative per un totale di circa 16.000 euro.
All’esterno, un 22enne della zona frentana è stato fermato e denunciato per detenzione ai fini di spaccio. Dopo un tentativo di fuga, è stato bloccato dagli agenti e trovato in possesso di dosi di cocaina e hashish.
Lavorare sì, ma nel rispetto delle regole
Ogni volta che le forze dell’ordine intervengono per far rispettare la legalità, c’è chi alza la voce con il solito slogan: “Lasciateci lavorare”. È un richiamo comprensibile, soprattutto in tempi difficili per molte attività commerciali. Ma è anche un’espressione che rischia di essere strumentalizzata per giustificare comportamenti che nulla hanno a che vedere con il lavoro onesto.
Lavorare è un diritto costituzionale, ma è inscindibile da precisi obblighi: garantire la sicurezza, rispettare la legge, tutelare i lavoratori e i clienti. Nessuno vuole ostacolare chi lavora in regola. Anzi, i controlli servono proprio a difendere chi le regole le rispetta, da chi pensa di potersene sottrarre impunemente.
Organizzare eventi con centinaia di persone senza autorizzazioni, ignorare le norme sanitarie e occupare lavoratori in nero non è “lavorare”, è creare un rischio per tutti: per i clienti, per i dipendenti e per quegli imprenditori che ogni giorno fanno sacrifici per essere in regola.
Lo Stato ha il dovere di vigilare, non per punire, ma per garantire equità e sicurezza. La libertà d’impresa non può trasformarsi in una zona franca dalla legalità. E chi ama davvero il proprio lavoro, dovrebbe essere il primo a pretendere controlli seri e regole rispettate, per evitare che pochi irresponsabili danneggino un intero settore.
Una vicenda ancora in evoluzione
Trattandosi di una notizia fresca, è possibile – e auspicabile – che gli ulteriori accertamenti possano offrire un quadro più chiaro e, forse, ridimensionare parte delle criticità rilevate inizialmente.
In ogni caso, le autorità hanno agito nell’ambito dei propri compiti istituzionali, e ogni responsabilità sarà valutata nelle sedi opportune, nel pieno rispetto della presunzione d’innocenza.