“Caro ombrelloni: grazie Romano (e grazie a noi)”

Sottotitolo: “Il problema non nasce nel 2025, ma vent’anni fa, tra euro e arrotondamenti creativi.”

Ogni estate la stessa scena: giornali e TG si scandalizzano perché una settimana sotto l’ombrellone costa come un weekend alle Maldive. E ogni volta sembra che il problema sia nato ieri, nel 2025.

La verità? Il caro ombrelloni è un film iniziato vent’anni fa, con la prima proiezione nel 2002. Titolo del film: “Mille lire = un euro”.

Regista: Romano Prodi.
Sceneggiatura: la grande illusione della parità di cambio.
Attori protagonisti: baristi, ristoratori e bagnini che, invece di convertire, hanno moltiplicato.

Così, in un colpo di bacchetta magica, il caffè da 1.000 lire è diventato 1 euro, e l’ombrellone da 20.000 lire è diventato 20 euro.
E tutti zitti, perché “eh, l’euro è più comodo, basta con i calcoli difficili”.

Oggi, quando una famiglia rinuncia alla spiaggia perché tre lettini e una pizza costano come la rata della macchina, bisognerebbe alzare lo sguardo e dire: “Grazie Romano”.
Ma non solo. Perché se Prodi ci mise dentro l’euro, gli italiani ci hanno messo dentro il solito vizio: il colpo di mano, l’arrotondamento creativo, il “tanto chi vuoi che se ne accorga”.

Risultato? Il mare, bene comune, oggi è diventato bene di lusso.
E allora la satira può solo concludere così: “Se volete un posto in prima fila al mare, preparatevi al mutuo. Oppure sperate che almeno il prossimo governo istituisca il bonus sdraio.”

“Diciamola tutta: radical chic, finitela di attaccare la Meloni sulle spiagge affollate.
Il caro-ombrelloni non è nato con questo governo. Nasce vent’anni fa, quando 10.000 lire valevano 5 euro, ma i listini li fecero diventare 10. E oggi paghiamo ancora quella furbata.
Non servono capri espiatori, servirebbe solo onestà nel ricordare la storia.”