Autobus a scoppio ritardato

Quando i trasporti scolastici diventano una barzelletta (senza biglietto omaggio)

Ogni anno, puntuale come la campanella, a fine agosto succede sempre la stessa cosa: i sindaci dei piccoli paesi scoprono che esistono gli studenti, che esistono le scuole, e soprattutto che per raggiungerle bisogna… spostarsi. Una vera rivelazione, roba da prima pagina.

Così, a dieci giorni dalla riapertura delle scuole, ecco l’idea geniale: abbonamenti gratuiti sugli autobus per i ragazzi delle aree interne.
Un’iniziativa sacrosanta, per carità, perché le famiglie non dovrebbero pagare 600 euro l’anno solo per garantire il diritto allo studio ai propri figli. Ma il punto non è il cosa. È il quando.

Perché se ti ricordi di combattere questa battaglia a ridosso della campanella di settembre, allora il sospetto è che tu stia facendo più politica di retroguardia che pianificazione.


La scoperta dell’acqua calda (anzi, del gasolio)

La situazione è nota da anni: piccoli paesi, pochi alunni, autobus che passano a orari improbabili e costi che gravano su famiglie già in difficoltà.
Perché, diciamolo: non serve un convegno universitario per capire che a Montenerodomo,Torricella o Gessopalena, senza autobus non vai da nessuna parte.

Il problema è sempre lo stesso: si parla di “aree interne” come se fossero un concetto astratto, ma in realtà sono fatte di ragazzi che si svegliano alle 6 del mattino per prendere un pullman che li porta a scuola a 20 chilometri di distanza. Ragazzi che rientrano la sera alle 15-16, stanchi come pendolari di mezza età, con la differenza che invece dei turni di fabbrica devono affrontare un compito di matematica.


La satira del calendario

Il vero dramma però è il calendario: la battaglia per gli autobus gratuiti scoppia a dieci giorni dalla riapertura delle scuole.
Un capolavoro di puntualità, una sinfonia del ritardo.
È come iniziare la dieta la sera di Natale, come prenotare il mare ad agosto o come comprare i libri di testo a dicembre: lo sforzo è apprezzabile, ma il senso pratico è evaporato insieme al buon senso.

Se davvero le aree interne sono penalizzate, la politica avrebbe dovuto pensarci a giugno, a maggio, a gennaio. Non quando gli zaini sono già pieni e le campanelle stanno per suonare.


La realtà dei numeri

Un abbonamento costa in media 70 euro al mese, circa 600 euro l’anno.
Tradotto: un peso enorme per le famiglie dei piccoli paesi, che spesso devono già affrontare stipendi più bassi, servizi più scarsi e distanze maggiori.
In città gli studenti prendono il tram o la metro con abbonamenti calmierati; nei borghi della montagna devono invece affrontare costi sproporzionati per percorrere strade dissestate, con orari che sembrano usciti da un quiz televisivo: indovina quando passa l’autobus?


La grande illusione

Ora, che la richiesta dei sindaci sia legittima, non c’è dubbio. Ma la vera satira sta nel fatto che questa battaglia si ripete ogni anno, con lo stesso copione: agosto inoltrato, comunicati stampa, foto di gruppo e slogan pronti.
Poi, a settembre, quando gli studenti sono già sui pullman (pagando di tasca propria), la questione si dissolve come neve al sole.
E a ottobre nessuno ne parla più.


Una lezione amara

Il paradosso è che i ragazzi delle aree interne imparano così la prima, vera lezione scolastica: chi nasce in un piccolo paese parte sempre in ritardo.
Non importa quanto studi, quanto ti impegni, quante sveglie metti alle 5 del mattino: ci sarà sempre qualcuno che deciderà per te troppo tardi, con la leggerezza di chi non ha dimenticato che significa aspettare un autobus in salita, d’inverno, con la neve.


Conclusione

Gli autobus gratuiti per gli studenti delle aree interne non sono un favore: sono una misura di equità.
Ma se ogni anno la battaglia si accende a dieci giorni dalla riapertura delle scuole, allora più che un diritto sembra una barzelletta.
E come tutte le barzellette, fa ridere solo chi non deve prendersi l’autobus alle 6 del mattino.

👉 Staremo a vedere se questi abbonamenti gratuiti arriveranno davvero. Torneremo sull’argomento: magari per applaudire una misura concreta, oppure per assistere all’ennesima promessa da fine estate. In ogni caso, Sotto il cielo – Pensieri Scomposti sarà presente.

✒️ Sotto il cielo – Pensieri Scomposti