Episodio 34 bis – E se negli anni ’70 ci fossero stati WhatsApp e Internet?

Un fuori serie per riflettere sul valore delle amicizie tra ieri e oggi


Perché un Episodio 34 bis

Dopo l’Episodio 34, in cui le strade di Matteo e dei suoi amici si dividevano, sorge spontanea una riflessione: negli anni Settanta, senza smartphone né social, molte amicizie nate durante una stagione di lavoro o di studio si interrompevano bruscamente. Bastava un cambio di città per trasformare la vicinanza quotidiana in silenzio. Da qui nasce questo “bis”: un fuori serie che non racconta un nuovo evento, ma immagina come sarebbe cambiata la vita se la tecnologia di oggi fosse già esistita allora.


Gli anni Settanta: lettere e distanze

Negli anni Settanta le amicizie erano fatte di sguardi, di parole dette davanti a un jukebox, di lettere scritte a mano. Mantenere i contatti richiedeva tempo e fatica: una telefonata costava cara e una lettera impiegava giorni per arrivare. Per un ragazzo di sedici o diciassette anni, cambiare luogo di lavoro o di studio significava spesso salutare qualcuno senza sapere se lo avrebbe mai più rivisto.


Se ci fosse stata la tecnologia…

Con smartphone e social, molte storie non si sarebbero interrotte così bruscamente. Sarebbe bastato un messaggio, una foto, una chiamata veloce per colmare la distanza. Matteo avrebbe potuto scrivere ogni giorno a Francesco, ricevere un sorriso da Eleonora sullo schermo, restare in contatto con Anna e Francesca anche dopo la partenza per Milano Marittima. Quello che allora era un “addio” oggi sarebbe stato un “a presto” virtuale.


Ma la profondità era diversa

La difficoltà di comunicare, però, rendeva i rapporti più intensi. Una lettera attesa per settimane aveva un valore che nessun messaggio istantaneo può restituire. Una telefonata fatta con i gettoni nella cabina pubblica aveva il sapore dell’urgenza e della sincerità. Ogni incontro raro era vissuto come un dono unico.

Con la tecnologia, i legami si sarebbero forse mantenuti più a lungo, ma rischiando di diventare più superficiali. Essere “sempre in contatto” non significa necessariamente essere più vicini: spesso il dialogo si riduce a un like distratto o a un messaggio rapido senza profondità.


Conclusione

Negli anni Settanta le amicizie erano fragili perché appese al tempo e alla distanza. Ma quando resistevano, lo facevano con una forza che nessuna connessione Wi-Fi potrà mai imitare.

Forse non è la tecnologia a determinare la durata di un legame, ma il cuore che vi si mette dentro. Perché senza questo, né un telegramma né un messaggio su WhatsApp possono davvero mantenere viva un’amicizia.