Giustizia e sicurezza: diritti universali, non slogan elettorali

“Quando finiscono in un simbolo di partito, smettono di essere di tutti.”

Ci sono parole che non dovrebbero avere bisogno di spiegazioni.
Parole che non appartengono a un partito, ma a tutti i cittadini. Parole come giustizia e sicurezza.

Invece, nell’Italia che ama trasformare tutto in propaganda, anche queste sono finite dentro simboli elettorali, loghi e manifesti.
Come se la giustizia fosse un trofeo da esibire. Come se la sicurezza fosse un marchio registrato.


Giustizia a corrente alternata

La giustizia dovrebbe essere uguale per tutti, recita la Costituzione. Ma sappiamo bene che non sempre è così: rapida per i piccoli, lenta per i grandi; inflessibile con chi sbaglia in basso, indulgente con chi sbaglia in alto.

Quando diventa slogan, la giustizia smette di essere un dovere dello Stato e diventa un pretesto da comizio. Non importa se i tribunali funzionano, se le carceri non crollano, se i cittadini hanno fiducia nella legge. Importa solo dire: “Noi siamo la giustizia”.


Sicurezza a fasi alterne

Chi non vorrebbe sicurezza? Quartieri ordinati, strade illuminate, lavoro dignitoso, una vita senza paura.
Eppure, anche la sicurezza è diventata uno strumento di propaganda: sicurezza “nostra” contro sicurezza “loro”.

Ma la sicurezza non ha colore. O è di tutti, o non è. Quando viene chiusa dentro un simbolo di partito, smette di proteggere i cittadini e comincia a dividere.


Né sopra, né sotto, né di traverso

Il punto è semplice: giustizia e sicurezza non stanno da nessuna parte se non accanto ai cittadini.
Non sono di destra, non sono di sinistra, non sono sopra né sotto, nemmeno di traverso.
Sono diritti universali. E quando finiscono dentro un logo politico, diventano parole sequestrate.

È come se qualcuno pretendesse di scrivere “sole” o “aria” dentro un marchio e rivendicarne la proprietà.


La satira amara

C’è da sorridere, ma amaramente. In Italia ogni parola importante diventa bandiera: lavoro, libertà, famiglia… persino giustizia e sicurezza.
Ridotte a slogan, perdono il loro senso, e i cittadini smettono di crederci.


Conclusione

La giustizia non è un marchio. La sicurezza non è una clava.
Sono diritti che lo Stato deve garantire, senza propaganda e senza appropriazioni indebite.

Moral della favola:
👉 La giustizia e la sicurezza non si votano. Si rispettano.