I passeggini di una volta-Memorie di campagna e di infanzia

Dal vimini al dorso dell’asino: quando crescere voleva dire camminare insieme alla terra

Oggi i passeggini sono moderni, leggeri, colorati, pieni di accessori. Ci sono i modelli da città e quelli “off-road”, con ruote grandi e sospensioni. Ma non serve andare troppo indietro nel tempo per scoprire che i “passeggini” di una volta erano ben diversi.

Nei nostri paesi, tra i vicoli di pietra e le mulattiere di campagna, i bambini non viaggiavano in carrozzine eleganti: viaggiavano dentro li cistene, grandi cesti di vimini intrecciati a mano. Uno di questi veniva sistemato sul dorso dell’asino, l’altro riempito di provviste per la giornata. Da una parte il pane, il formaggio, magari una botticella di vino e qualche pomodoro; dall’altra, il figlio più piccolo, avvolto in una coperta e cullato dal passo lento dell’animale.

Era un mondo fatto di semplicità e ingegno. Non c’erano strade asfaltate, e per raggiungere la campagna si percorrevano sentieri polverosi, spesso in salita. L’asino non era solo un mezzo di trasporto, ma un compagno fedele di lavoro e di vita. E il bambino, in quel cesto, respirava fin da subito la realtà contadina: la fatica dei genitori, l’odore della terra bagnata, il calore del sole che saliva dalle montagne.

Molti ricordano ancora la sensazione di essere trasportati così: il rumore degli zoccoli sul selciato, le orecchie ritte dell’animale, la voce del padre o della madre che, passo dopo passo, accompagnava il viaggio. Era una ninna nanna fatta di rumori veri: il canto degli uccelli, lo scricchiolio del vimini, il vento tra le foglie.

Oggi guardiamo a quei ricordi con un misto di nostalgia e meraviglia. Non c’erano comodità, ma c’era una forma di cura semplice e diretta: il bambino stava sempre con i genitori, condividendo la loro giornata, i loro spostamenti, le loro fatiche. Crescere significava far parte da subito di una comunità fatta di mani, terra e animali.

✒️ Conclusione

Forse non torneranno più i tempi in cui un cesto di vimini diventava un passeggino e un asino la nostra carrozza.
Ma quel ricordo può ancora parlare ai ragazzi di oggi? Forse sì, se sapranno ritrovare la bellezza delle cose semplici, il silenzio della natura e la forza dell’amore autentico.
La speranza è che ogni generazione, anche tra tecnologia e frenesia, porti con sé un frammento di quella ninna nanna antica, fatta di vento, terra e cuore.

Il Sognatore Lento 🌙