
Quando l’amore si misura nei gesti semplici: cucinare, condividere, prendersi cura.
C’è chi dice che l’amore sia eterno finché dura. Una frase che fa sorridere e un po’ riflettere, soprattutto se pensiamo a quanto la vita quotidiana metta alla prova i sentimenti. La vignetta che avete visto gioca proprio su questo: «Sposa qualcuno che sappia cucinare… l’amore passa, la fame no».
Dietro la battuta, però, c’è una piccola verità: i grandi discorsi d’amore rischiano di evaporare se non trovano sostanza nei gesti concreti. Perché vivere insieme non è solo dichiarazioni, promesse e frasi poetiche: è anche cucinare una cena, sparecchiare la tavola, prendersi cura dell’altro nei momenti semplici.
L’amore quotidiano
Il vero amore non si misura nelle grandi occasioni, ma nella costanza dei gesti di ogni giorno. Preparare un piatto caldo, condividere un caffè al mattino, pensare a cosa piace all’altro: sono attenzioni che alimentano non solo il corpo, ma anche la relazione.
Non è un caso che in molte culture il cibo sia il primo linguaggio dell’affetto: cucinare per qualcuno significa dire «mi importa di te» senza bisogno di parole.
Dal sorriso alla riflessione
La vignetta strappa una risata perché ribalta i ruoli: ci fa immaginare che, alla lunga, conti più la pentola sul fuoco che il rossetto allo specchio. Eppure, proprio attraverso l’ironia, ci invita a chiederci cosa voglia dire davvero “nutrire” una relazione.
Forse la risposta è semplice: l’amore passa anche dalla cucina. Non nel senso riduttivo di “trova chi sappia cucinare”, ma come metafora del prendersi cura, del dare all’altro ciò di cui ha bisogno, del non farlo restare mai “a digiuno” di attenzioni.
Morale
L’amore romantico può cambiare forma, attenuarsi, trasformarsi. La fame, invece, resta: fame di cibo, ma soprattutto fame di affetto, di presenza, di piccoli gesti quotidiani.
E allora sì: non cercate chi vi promette la luna, ma chi vi cucina un piatto di pasta e vi resta accanto. Perché l’amore passa, la fame no.