
Relazioni improprie e codici etici: quando l’amore non è solubile
Nestlé, colosso del cioccolato e del caffè, ha deciso di sciogliere — ma non nello zucchero — il proprio amministratore delegato Laurent Freixe. Motivo? Una relazione sentimentale non dichiarata con una dipendente. Il problema non è l’amore, ma l’aver dimenticato di metterlo nel bilancio etico aziendale.
Il caso è esploso come una bustina di Nescafé aperta di fretta: prima la segnalazione anonima, poi l’indagine interna, infine il verdetto. Risultato: nessun pacchetto di fine rapporto, se non quello di biscotti che probabilmente troverà alla macchinetta del caffè mentre svuota l’ufficio.
Marchi e paradossi
Il colosso svizzero ha fatto la sua fortuna con slogan rassicuranti. Ma stavolta i giochi di parole si scrivono da soli:
- “Dove c’è Perugina, c’è amore.” — Sì, ma non in azienda.
- “Nespresso, what else?” — Beh, forse dichiarare la relazione.
- “Basta un Nescafé per sentirsi in compagnia.” — Non se la compagnia è vietata dal codice di condotta.
Il nuovo CEO, Philipp Navratil, eredita un gruppo che non sa più se vendere cioccolata o manuali di bon ton aziendale.
La morale (amara)
Nelle multinazionali l’etica è come il cacao in polvere: si usa per spolverare la superficie, giusto il tempo della foto. Poi si soffia via.
Eppure, a guardar bene, non è questione di amore o non amore. È questione di trasparenza. Dichiarare un conflitto di interessi non è romantico, ma almeno evita che la relazione finisca… in polvere di cacao.
Pensieri Scomposti
Perché anche la satira, a volte, non è solubile.