
L’opposizione italiana ha trovato il suo nuovo campo di battaglia: il riconoscimento della Palestina.
Un tema serio, enorme, tragico. Ma in Parlamento diventa uno spettacolo degno di un talent show, con ogni partito che recita la sua parte senza uno spartito comune.
Il PD e la geopolitica da Google Maps
Il Partito Democratico ripete con tono solenne: “Due popoli, due Stati”. Tutto giusto, tutto condivisibile.
Poi qualcuno chiede: “E i confini dove passano?”. Silenzio. Occhi bassi, fogli che si sfogliano, attesa del prossimo aggiornamento su Google Maps. Perché la teoria è chiara, la pratica molto meno.
Il M5S e la geopolitica da social
Il Movimento 5 Stelle alza la voce: “Embargo a Israele! Stop alle armi, stop agli accordi!”.
Parole forti, applausi virtuali. Peccato che senza la tecnologia israeliana mezzo sistema industriale italiano dovrebbe tornare al Commodore 64. Ma i dettagli non contano: l’importante è guadagnare like e indignazione su X (ex Twitter).
AVS e il mondo parallelo
L’Alleanza Verdi e Sinistra è coerente: sogna un mondo senza armi, senza muri, senza capitalismo, senza NATO… e, a giudicare dai sondaggi, anche senza elettori.
Parlano ancora di neoliberismo come se fosse il 1999, mentre il resto del Paese si chiede come pagare la spesa al supermercato.
Renzi e la geopolitica retroattiva
Poi arriva Matteo Renzi, che con la solita sicurezza spiega che “lui l’aveva detto prima di Macron, anzi prima di tutti, forse persino prima di Arafat”.
Ovviamente nessuno se n’era accorto, ma è solo colpa degli italiani che non hanno saputo apprezzare la sua visione globale… rigorosamente raccontata in streaming da Dubai.
Calenda e il piano industriale universale
Infine ecco Carlo Calenda, che non si lascia sfuggire l’occasione: “Il problema non è Palestina o Israele, il problema è che in Italia non c’è un serio piano industriale da 40 anni!”.
E così, anche discutendo di Gaza, finisce sempre a parlare di treni, acciaio e manager.
Conclusione amara
Risultato? L’opposizione italiana sulla Palestina somiglia a una giuria di X-Factor: ognuno con il suo tormentone, ognuno in cerca di applausi, ma nessuno con una proposta che arrivi in finale.
Nel frattempo, a Gaza e in Israele la gente muore davvero.
E il riconoscimento della Palestina resta un titolo da talk show, non una soluzione politica.