Sui banchi di scuola arriva prima la stanchezza che il diritto allo studio

Il 21 agosto 2025 i sindaci dell’area Sangro–Aventino hanno chiesto il trasporto gratuito per le aree interne, sostenuti da ALI Abruzzo. Una richiesta giusta, sacrosanta, ma che per ora resta sospesa come un’eco nel vuoto. A pochi giorni dall’inizio delle lezioni, le famiglie continuano a non avere risposte.
Montagna contro città
La realtà è semplice: chi vive in montagna parte sempre in salita.
Alle 6:30 del mattino i ragazzi dei paesi alti sono già incappucciati, assonnati, zaini sulle spalle, in fila al buio ad aspettare l’autobus.
Nel frattempo, a Casoli e a Lanciano, gli studenti dormono ancora. Non per colpa loro, ma perché la distanza dalla scuola è diversa, e la sveglia può permettersi di suonare più tardi.
Ecco il divario: per i giovani delle aree interne il diritto allo studio comincia con una levataccia quotidiana, che porta sui banchi più stanchezza che entusiasmo.
Parole al vento
L’appello dei sindaci fotografa la realtà: senza un trasporto pubblico equo, garantito e accessibile, la montagna perde pezzi. Eppure, le richieste restano per ora parole al vento. Nessun piano, nessuna misura concreta, solo buoni propositi.
Una domanda amara
La politica parla di coesione territoriale, ma ogni mattina la realtà dice altro. Studiare in montagna significa spendere di più, svegliarsi prima, avere meno tempo per sé.
E allora la domanda, amara, si fa inevitabile:
Perché restare ancora in montagna?
Naturalmente, smentite e risultati concreti sarebbero molto graditi e apprezzati.