Cari ex allievi di Villa Santa Maria, questo saluto è per voi.
Villa è conosciuta in tutta Italia come la “patria dei cuochi”. Ma il valore del suo Istituto Alberghiero è andato ben oltre la cucina: ha formato generazioni di professionisti capaci di eccellere non solo ai fornelli, ma anche in sala e nel ricevimento. Tre pilastri che hanno reso grande la nostra scuola e portato in alto il nome dell’Abruzzo nel mondo.
Negli anni in cui ho lavorato all’Istituto ho avuto il privilegio di incontrare tanti giovani che muovevano i primi passi in queste professioni, con passione e sacrificio. Ognuno con i propri sogni, ognuno con la propria strada da costruire.
Oggi, grazie a LinkedIn, ho ritrovato una di quelle ragazze: vive a Barcellona e ricopre il ruolo di vice direttrice in un albergo internazionale. La sua carriera racconta meglio di qualsiasi parola come la formazione ricevuta a Villa abbia saputo trasformarsi in opportunità concrete, aprendo porte nel mondo.
Eppure non possiamo ignorarlo: negli ultimi anni la scuola ha perso parte del suo appeal. E soprattutto, proprio gli ex allievi – coloro che hanno reso grande Villa portandone la tradizione ovunque – sono stati spesso messi in secondo piano.
Perché c’è stato questo distacco?
È una domanda che dovete porre apertamente anche a chi oggi invita a tornare a Villa: perché ricordarsi degli ex studenti solo a parole, e non come parte viva della Rassegna e della storia della scuola?
Storie come quella di Barcellona ci ricordano che Villa è stata grande grazie ai suoi studenti, non solo ai suoi maestri. Ed è proprio per questo che serve un cambio di passo: restituire centralità agli ex allievi, veri ambasciatori della patria dei cuochi.
Con la speranza che l’Istituto sappia ritrovare lo slancio e tornare alle glorie di un tempo, continuando a formare professionisti capaci di distinguersi ovunque.
E con la convinzione che se oggi vi invitano a Villa, abbiate il coraggio di chiedere: “Dov’eravate quando ci avete dimenticati?”
Nicola Tamburrino
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