
Senza fiducia, nessuna integrazione sarà mai possibile
Si parla spesso di Europa unita, di sogni condivisi, di istituzioni forti. Eppure una domanda brucia più delle altre: come pensare di costruire davvero l’Unione se, nei singoli Paesi, la politica non riesce neppure a essere onesta e vicina al popolo?
Negli ultimi decenni l’Europa ha saputo creare strumenti economici e regole comuni. Abbiamo una moneta unica, mercati integrati, perfino un Parlamento sovranazionale. Ma tutto questo resta fragile se manca la base essenziale: la fiducia dei cittadini.
Se a Roma, Parigi o Berlino i governi vengono percepiti come lontani, corrotti o chiusi nei propri privilegi, è illusorio sperare che i cittadini possano credere in Bruxelles. Senza esempi concreti di trasparenza e responsabilità, l’Europa rischia di diventare solo un comodo bersaglio per populismi e nazionalismi.
L’unità non si costruisce soltanto con trattati e vincoli, ma con politiche capaci di guardare in faccia la gente, di ascoltarne la voce, di rispondere a bisogni concreti: lavoro dignitoso, salari giusti, servizi essenziali, opportunità per i giovani.
Il sogno europeo non può camminare sulle gambe di promesse mancate. Ha bisogno di onestà, semplicità e coraggio politico. Senza queste fondamenta etiche, ogni progetto di integrazione sarà sempre a rischio di crollo.
Morale
“Non ci sarà un’Europa senza prima una politica degli uomini onesti, non attaccati alla poltrona, semplici, liberi da privilegi e interessi di parte, capaci di guardare negli occhi la gente e di ascoltarne davvero la voce. Perché l’unità non si firma nei palazzi: si costruisce nella fiducia dei cittadini.”