Quando le promesse ministeriali diventano tempeste

La flottiglia partì dai porti siciliani in un mattino luminoso, gonfia di speranze, proclami e dirette social. Le barche, piccole e fragili, sembravano voler imitare antiche galee, ma al posto dei rematori c’erano attivisti, influencer, capitani poetici e funzionari diplomatici con faldoni sotto braccio. Non un esercito, non un’armata, ma un curioso caravanserraglio galleggiante, più simile a un festival itinerante che a un’impresa epica.
Il mare era calmo, l’orizzonte chiaro, e già qualcuno parlava di “odissea di pace”. Un titolo pronto per le prime pagine.
Il Capitano Romantico guardava l’orizzonte con occhi da pubblicità di profumo: “Ogni onda è un verso, ogni vela un sogno che si apre”.
L’Attivista Indignata alzava il pugno e urlava slogan: “Andremo avanti fino alla vittoria, compagni del mare!”.
L’Influencer Idealista era impegnato a sistemare la ring light alimentata da pannelli solari: “Scusate, la diretta deve avere l’angolazione giusta, altrimenti l’algoritmo ci penalizza”.
Il Funzionario Diplomatico, infine, sfogliava protocolli marittimi, pronto a spiegare che anche la rivoluzione deve passare per un timbro.
Sembrava tutto scritto, tutto perfetto, quando apparve Eolo.
Il ministro dei venti
Non scese dal cielo, né emerse dal mare. Eolo apparve come fanno spesso i potenti: in ritardo, con un sorriso forzato, la giacca troppo stretta e la cravatta che svolazzava nel vento. In mano teneva una valigetta nera, misteriosa, che prometteva miracoli. Non sembrava un dio antico, ma un conduttore televisivo in tournée, pronto a recitare il suo copione davanti a un pubblico distratto.
“Popolo della flottiglia!” annunciò con voce impostata. “Ho qui con me i venti del Mediterraneo, pronti a spingervi verso la meta. Aprendo questa valigetta al momento giusto, troverete la rotta sicura. È tutto garantito dal mio ufficio comunicazione.”
I naviganti applaudirono.
Il Capitano Romantico lo ringraziò con versi poetici.
L’Attivista Indignata sospettò subito un trucco: “Non ci fideremo mai dei ministri!”.
L’Influencer Idealista chiese se poteva aprire la valigetta in diretta streaming.
Il Funzionario Diplomatico volle controllare i sigilli.
Eolo sorrise, certo di avere la situazione sotto controllo.
La valigetta aperta
Ma i protagonisti, litigando tra loro, fecero la mossa fatale: aprirono la valigetta troppo presto.
E allora accadde. I venti si scatenarono tutti insieme:
- il vento del Nord, freddo come un sondaggio invernale;
- quello del Sud, caldo e appiccicoso come un talk-show estivo;
- quello dell’Est, sospettoso come una trattativa diplomatica;
- quello dell’Ovest, rumoroso e contraddittorio come un dibattito televisivo in seconda serata.
Un turbine di promesse non mantenute e proclami smentiti esplose in faccia alla flottiglia.
Le vele si strapparono, gli striscioni si attorcigliarono, i droni giornalistici precipitarono in acqua come gabbiani storditi. I naviganti gridavano, ognuno con la propria verità:
- “È colpa del capitano!”
- “No, è colpa dei protocolli!”
- “No, del vento reazionario!”
- “No, dell’algoritmo che non ci spinge più!”.
Il mare, intanto, rideva.
La tempesta dei proclami
La burrasca non era fatta solo di onde, ma di parole. I venti portavano con sé dichiarazioni contraddittorie, comunicati stampa urlati nel vento, tweet che sbattevano come vele impazzite.
Il Capitano Romantico cercava di declamare poesie, ma le sue parole venivano trascinate via dal vento sarcastico.
L’Attivista Indignata urlava slogan, ma finivano mescolati con quelli opposti, creando un frullato incomprensibile.
L’Influencer Idealista lottava per mantenere la connessione: “Aiuto, sto perdendo follower! La tempesta mi ha tolto 200 like!”.
Il Funzionario Diplomatico, disperato, gridava: “Avete aperto la valigetta senza timbro ufficiale! È nullo, è tutto nullo!”.
Eolo, nel frattempo, scaricava la colpa: “Non avete letto il decreto attuativo! Io vi avevo avvertiti: i venti vanno usati con responsabilità!”.
La lezione del mare
Dopo ore di caos, la burrasca si placò. La flottiglia, sfinita, si ritrovò dispersa, con vele strappate e animi confusi. Nessuno sapeva più qual era la rotta, né chi fosse al comando.
Solo il mare restava immutato, ironico, eterno. Guardava quei naviganti come aveva guardato Ulisse e mille altri prima di loro. Sapeva che non era la forza degli dèi, ma la vanità degli uomini a crearne le tempeste.
Il Capitano Romantico sospirò: “Ogni burrasca è un verso”.
L’Attivista Indignata lo fulminò: “Ogni burrasca è colpa del sistema!”.
L’Influencer Idealista controllò i follower: “Ho perso mille like, ma almeno il reel della tempesta è virale”.
Il Funzionario Diplomatico annotò tutto: “Scriverò un rapporto di cinquanta pagine, nessuno potrà dire che non ero preparato”.
Eolo, già sbarcato altrove per un’intervista televisiva, annunciava sorridendo: “Ho dato alla flottiglia tutti i venti possibili. Ora tocca a loro”.
Epilogo
La flottiglia riprese il largo, ma con meno certezze e più sospetti. Avevano creduto nella politica dei venti facili, ma avevano imparato che quando le promesse di cartone diventano tempeste, arrivano sempre quando meno te lo aspetti.
Il Mediterraneo, silenzioso, sorrise ancora una volta. Ogni viaggio comincia con un errore, e il primo era stato fatto: fidarsi della valigetta dei venti.
E così, tra vele strappate e follower recuperati, la flottiglia continuò il suo cammino, ignara che la prossima isola fosse già in vista: quella delle sirene.
✍️ Pensieri Scomposti – Il Sognatore Lento
🔹 Vai al Capitolo 0 – Prefazione
🔹 Vai al Capitolo 2 – L’isola delle sirene
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