Caro Scuola 2025 – Tornare in classe costa come pagare le bollette

“Tra libri, quaderni e bollette mascherate: il paradosso di un Paese che rende la scuola un lusso”

L’estate finisce e, puntuale come un temporale di settembre, arriva la stangata del ritorno a scuola. Non parliamo solo di quaderni, libri, penne, zaini e astucci: ormai il conto sembra includere luce, gas e perfino il carrello della spesa. Come se la cartoleria fosse diventata un’agenzia di riscossione, pronta a ricordarci che crescere un figlio è un atto di eroismo economico quotidiano.

📚 La scuola come bolletta

Un tempo il rientro significava emozione, pagine nuove da scrivere, odore di copertine di plastica e matite appena temperate. Oggi significa scontrini chilometrici e famiglie che fanno i conti per capire se conviene comprare subito tutto il corredo o sperare negli sconti di ottobre.
La cifra media stimata? Circa 700 euro a figlio solo per libri e materiale didattico. Una cifra che, per molte famiglie, equivale a una mensilità di mutuo o a due bollette dell’energia.

🏛️ Politica distratta

Intanto la politica si divide: c’è chi promette libri gratis, chi propone il “bonus quaderno”, chi giura che con un’app digitale i costi spariranno come per magia. Ma alla cassa, mentre la carta di credito vibra e il genitore sospira, le promesse restano parole.
E non basta dire “la scuola è un investimento”: perché quando l’investimento diventa insostenibile, il rischio è che la cultura resti un lusso, invece che un diritto.

👨‍🏫 Insegnanti in trincea

A tutto questo si aggiungono i docenti fuori sede, costretti a stipendi che non reggono l’impatto con affitti da capitale europea. Alcuni girano col sacco a pelo, altri fanno la spola tra città distanti centinaia di chilometri. Il risultato è che la scuola rischia di essere povera non solo di mezzi, ma anche di persone.

🔌 Un’educazione “a rate”

È surreale che per un bimbo la frase più sincera sia: “Scusi, ma non dovevo comprare solo materiale scolastico?”. Eppure descrive bene il clima: l’istruzione trattata come un elettrodomestico, da pagare a rate tra sacrifici e rinunce.


Conclusione

La scuola dovrebbe essere il luogo dove si apre il futuro, non il posto dove si svuota il portafoglio. Se davvero crediamo che i giovani siano “la priorità del Paese”, allora serve coraggio: investire, tagliare i costi reali, restituire dignità a studenti, insegnanti e famiglie.
Perché la cultura non può essere una bolletta.

✍️ Pensieri Scomposti – Il Sognatore Lento