
Sconti confermati, rincari attivi, zero gratuità
Le scuole del Medio Sangro-Aventino hanno riaperto i cancelli. Zaini nuovi, libri freschi di copertina, orari da incastrare tra lezioni e rientri. Ma fuori dalle aule, alla fermata dell’autobus, la scena è sempre la stessa: studenti in fila con l’abbonamento in mano e famiglie che hanno già dovuto mettere in conto una spesa pesante.
Perché la tanto proclamata gratuità dei trasporti scolastici, promessa ad agosto da sindaci e associazioni, non c’è.
Le promesse d’estate
Ad agosto, i sindaci del Sangro-Aventino si erano fatti sentire: “Gli abbonamenti gratuiti sono la prima misura da introdurre per aiutare le famiglie e garantire il diritto allo studio”. L’idea aveva raccolto sostegno politico e mediatico. ALI Abruzzo aveva definito la proposta “una misura strutturale e non episodica”.
Parole forti, dichiarazioni altisonanti, interviste che rimbalzavano da un sito all’altro.
Sembrava l’inizio di un cambio di passo.
La realtà di settembre
E invece, al suono della campanella, nulla è cambiato. Gli studenti continuano a pagare:
- Aumento del 10% sugli abbonamenti dal 1° luglio 2025, deciso con delibera regionale. I biglietti singoli restano invariati, ma per chi prende il bus tutti i giorni l’abbonamento è inevitabile.
- Sconto del 10% confermato per studenti residenti in aree interne e comuni sotto i 5.000 abitanti. Una misura utile, ma che compensa appena l’aumento. Un passo avanti e uno indietro: il saldo resta zero.
- Bonus trasporti nazionale da 60 €/mese per chi ha un ISEE fino a 35.000 €. Un aiuto vero, ma non universale: serve fare domanda, rispettare scadenze, dimostrare requisiti. Non tutte le famiglie ne beneficiano.
Il risultato è che il trasporto gratuito rimane una chimera. Nessuna delibera regionale, nessun fondo speciale, nessuna norma in vigore. Solo buoni propositi.
L’equazione politica
La matematica dei trasporti abruzzesi è spietata:
- 10% di sconto annunciato con orgoglio;
- 10% di aumento giustificato da “adeguamenti tariffari”;
= 0 cambiamento reale.
Un’equazione perfetta per i bilanci, meno per le famiglie che devono tirare fuori 500–600 euro l’anno solo per far salire i figli sull’autobus.
La prima lezione scolastica
Gli studenti del Medio Sangro-Aventino, prima ancora di aprire il libro di matematica o di storia, hanno già imparato la prima lezione dell’anno: chi nasce in un piccolo paese parte sempre in salita.
La sveglia alle sei, il bus alle 6:30, i chilometri di curve per raggiungere la scuola non bastano: ci si mette anche il peso economico, che grava su famiglie già provate da stipendi più bassi e servizi più scarsi rispetto alle città.
Tra promesse e realtà
Le promesse del trasporto gratuito restano sospese, buone per i titoli di agosto e per le interviste estive. A settembre, quando la campanella suona davvero, il copione torna quello di sempre: studenti che pagano, sindaci che protestano, assessori che commentano.
E i ragazzi? Continuano a viaggiare come sempre: con zaini carichi e portafogli alleggeriti.
L’illusione del gratis
“Gratis” è una parola che fa presa, che suona bene nelle campagne elettorali e nei talk show. Ma nelle aree interne resta un miraggio. Le uniche cose gratuite, alla fine, sono i comunicati stampa.
La politica scopre l’acqua calda, i sindaci denunciano, le famiglie pagano. E il futuro dei ragazzi continua a costare più caro in montagna che in città.
Conclusione
Le scuole sono riaperte, ma la promessa del trasporto gratuito resta al palo.
Gli studenti pendolari del Medio Sangro-Aventino affrontano un nuovo anno con le stesse vecchie difficoltà: sconti che si annullano, rincari che pesano, bonus che non bastano.
E mentre la politica annuncia “la priorità assoluta” del trasporto gratuito, la realtà quotidiana è un déjà vu che si ripete ogni settembre.
Naturalmente, smentite sono gradite. Sarebbe bello, per una volta, dover scrivere che una promessa è stata mantenuta.
✍️ Pensieri Scomposti – Sotto il cielo