
Avviso ai naviganti: non è una regata, non è una crociera, non è nemmeno un rave galleggiante. È la Global Sumud Flotilla, che in teoria dovrebbe portare aiuti a Gaza, ma in pratica porta più comunicati stampa che viveri.
Greta, il timone e la passerella
Greta Thunberg prima entra nel direttivo, poi ne esce. Resta a bordo ma cambia ruolo, come quei passeggeri che fanno i preziosi con il biglietto del treno: “Io non viaggio in seconda, io faccio parte della direzione… anzi no, mi dimetto, ma resto comunque qui”.
Risultato? Tutti parlano di Greta, pochissimi di Gaza. Missione compiuta: la visibilità è arrivata a destinazione, il resto può aspettare.
40 barche e nessun remo
Si parla di 40 imbarcazioni unite sotto lo stesso vessillo. Una flotta che ricorda più un raduno velico del Rotary Club che una missione umanitaria. Striscioni, bandiere, dirette social… sembra di vedere Sanremo, ma senza orchestra.
E quando l’ammiraglia Family prende fuoco per un attacco di droni? Nessun problema: selfie davanti alle fiamme, hashtag “#Resistiamo”, e si riparte.
Il Manifesto contro il manifesto
Gli attivisti se la prendono pure con Il Manifesto, accusato di fare “troppa cronaca” delle beghe interne. In pratica: gridano al mondo “guardateci!”, ma se qualcuno guarda davvero, subito scatta l’offesa.
Il porto dei talk show
La verità è che questa flottiglia non punta a Gaza, ma ai palinsesti televisivi. Ogni conferenza stampa è una tappa, ogni polemica un approdo, ogni dimissione una vela spiegata al vento mediatico. Gaza resta sfondo, cornice, pretesto.
Un’umanità che soffre, oscurata da una crociera di attivisti in cerca di palcoscenico.
Conclusione (amara, ma satirica)
Se Ulisse aveva le sirene, questa flottiglia ha i giornalisti embedded e i social manager.
Se i Greci avevano il cavallo di Troia, qui abbiamo il cavallo di battaglia: “siamo solidali, quindi guardateci”.
E mentre il mare resta mare e Gaza resta Gaza, noi assistiamo all’ennesima Odissea della pagliacciata, con biglietto gratuito ma obbligo di applauso.
👉 Una “odissea” che ricorda da vicino quella che ho raccontato nella mia serie Odissea della Flottiglia: tra ironia e riflessione, il mare resta lo stesso, ma i protagonisti cambiano poco.
Chi vuole leggere tutta la storia della, può trovarla qui: odissea della flottiglia
