L’ultima geniata della Flottiglia: il ristorante della pace

L’ultima trovata della Global Sumud Flotilla porta la firma di Saverio Tommasi: aprire nel 2026 un punto ristoro a Gaza.
Un’idea che ha già il sapore della leggenda: in un luogo dove mancano acqua, medicine ed elettricità, finalmente arriverà ciò che conta davvero… il menù del giorno.

Il progetto, presentato come atto rivoluzionario, è semplice: mentre la gente cerca pane e sicurezza, noi portiamo… un menù à la carte. Perché se devi sopravvivere, tanto vale farlo con una carbonara ben mantecata.


La ristorazione come arma diplomatica

Si chiama Sheep Italia e nasce con una missione: trasformare la fame in occupazione. Non più “pane e lavoro”, ma “pane e lavoro… serviti con contorno di patate novelle e vino della casa”.

Altro che corridoi umanitari: qui avremo corridoi di camerieri. La Flottiglia, nata per rompere blocchi, adesso romperà anche i digiuni, servendo antipasti misti.


Donazioni regolari?

Per finanziare il locale servono 200 donazioni fisse al mese. Non per medicine o ricostruzioni, ma per scrivere il tuo nome sulle pareti del ristorante. Una sorta di TripAdvisor umanitario:
“Qui mangiò Mario da Varese – voto 4 stelle, cous cous buono ma troppo piccante”.


Il futuro è nel menù

Data di apertura prevista: 2026. Giusto in tempo per offrire il pranzo di Natale… con prenotazione obbligatoria e coprifuoco incluso.

E chissà, forse nascerà una nuova diplomazia internazionale: non più trattati di pace, ma cene degustazione da 5 portate. Il conflitto mediorientale risolto a colpi di scontrino.


Epilogo

Mentre il mondo discute di tregue, bombe e vittime civili, qualcuno sogna il “ristoro della pace”.
Un sogno bello, per carità. Ma che sa un po’ di farsa: perché se davvero il futuro di Gaza fosse affidato a un punto ristoro, allora sì, serviteci subito l’amaro.


✍️ Il Sognatore Lento