Villa Santa Maria, patria dei cuochi. L’Alberghiero tra ferite e speranze di rinascita

Dal calo di iscritti e dalle inchieste al rilancio con la nuova preside Montaquila: una scuola simbolo che porta sulle spalle l’identità dell’Abruzzo.


Un patrimonio che appartiene a tutti

Villa Santa Maria è un borgo che da secoli custodisce un titolo impegnativo: capitale dei cuochi. Non è una formula di circostanza, ma un marchio identitario che l’Abruzzo ha imparato a portare con orgoglio. Qui è nato l’Istituto Alberghiero, una scuola che ha formato generazioni di professionisti della ristorazione e che non è mai stata soltanto un edificio scolastico: è stata biglietto da visita, trampolino di vita, ambasciata culturale.

Chiunque, tra Abruzzo e Molise, conosce qualcuno che “ha fatto l’Alberghiero a Villa”. Non era un percorso come gli altri: significava entrare in un rito collettivo, imparare un mestiere che diventava identità, ricevere una formazione che teneva insieme disciplina, creatività e orgoglio. Non a caso, ogni anno la Festa dei Cuochi richiama a Villa professionisti partiti da qui e affermatisi altrove: un pellegrinaggio laico che testimonia quanto questa scuola abbia inciso nella storia di intere generazioni.


Un presente difficile

Eppure, come accade ai simboli, anche l’Alberghiero di Villa ha conosciuto tempi duri. Negli ultimi anni si è trovato a fare i conti con un calo progressivo di iscritti, dovuto in parte allo spopolamento montano, in parte alla concorrenza di altri istituti più vicini ai centri urbani.

A questo si è aggiunto il nodo dei trasporti pubblici, insufficienti a garantire collegamenti agili per i ragazzi dei paesi circostanti. Un Alberghiero senza studenti è come una cucina senza fuoco: rischia di spegnersi lentamente.

Il segnale è stato chiaro: aule non più piene, laboratori utilizzati a metà, il convitto che un tempo era cuore pulsante ridotto a ricordo.


Le ombre del passato recente

A rendere la situazione più pesante non sono mancate vicende interne. Alcune gestioni dirigenziali si sono rivelate fallimentari, incapaci di valorizzare le potenzialità dell’Istituto. A ciò si sono aggiunte tensioni interne fino ad arrivare ad accertamenti e inchieste della Guardia di Finanza che hanno incrinato ulteriormente l’immagine della scuola.

In un territorio dove la reputazione è tutto, perdere affidabilità significa perdere fiducia. E senza fiducia, una scuola rischia di non attrarre più chi dovrebbe rappresentarne il futuro. È una ferita ancora aperta, che rende più difficile ma anche più urgente la sfida della rinascita.


Il nuovo corso: Marilena Montaquila

Dal 1° settembre la guida dell’Istituto omnicomprensivo “Marchitelli – Villa/Quadri” è stata affidata a Marilena Montaquila. Docente per vent’anni, poi dirigente in vari istituti, tra cui il “Da Vinci-De Giorgio” di Lanciano, arriva a Villa con un approccio determinato.

“Conosco l’Alberghiero come scuola di eccellenza – afferma – perché molti alunni della provincia di Isernia, dove insegnavo, lo hanno frequentato, parlandone con entusiasmo. Non nego che il mio trasferimento risponde anche a motivazioni familiari, ma prima di tutto ho scelto Villa per ampliare la mia esperienza, confrontandomi con una realtà educativa di particolare rilievo”.

Montaquila non si nasconde dietro ai problemi: “So del calo di iscritti e delle criticità nei trasporti, ma non sono un deterrente. Diventano piuttosto uno stimolo per cercare un’inversione di tendenza. Certo occorrerà tempo, impegno e l’aiuto di tutti, ma ci proveremo”.


Un manifesto per la rinascita

Le sue parole suonano come un programma chiaro.

  1. Laboratori al centro
    “Gli alunni dovranno tornare a dedicare la maggior parte del loro impegno alle esercitazioni pratiche in laboratorio, che devono tornare ad essere l’asse portante della didattica.”
  2. Presenza sul territorio
    “L’Alberghiero deve partecipare ad ogni iniziativa territoriale, provinciale e regionale. Queste attività saranno al centro di progetti adeguatamente programmati.”
  3. Convitti e trasporti
    “Serviranno collegamenti pubblici più efficienti. E sarà fondamentale ripristinare un’accoglienza adeguata per i convittori, individuando locali idonei con il supporto della Provincia, del Comune e, perché no, anche della Regione.”
  4. Comunicazione e rete
    “Una scuola non può chiudersi in se stessa: deve dialogare con genitori, enti locali, aziende e media.”

La sfida della fusione

C’è poi un nodo nuovo: la fusione con l’Istituto “Benedetto Croce” di Quadri, conseguenza del dimensionamento scolastico. Una novità che porta con sé la necessità di conciliare comunità molto diverse. “È un passaggio delicato – ammette la preside – perché parliamo di alunni, insegnanti e famiglie con identità differenti. Ma sarà affrontato con attenzione, cercando equilibri e convivenze rispettose”.


Un commento necessario

Le difficoltà non si cancellano con le parole. Ma ogni cammino inizia con un passo. E quello che oggi l’Alberghiero di Villa è chiamato a compiere ha un valore che va oltre la singola scuola: riguarda l’identità di un territorio.

Difendere questa scuola significa difendere una tradizione. Significa ricordare che Villa Santa Maria non è soltanto un borgo montano, ma la culla di una cultura gastronomica che ha fatto grande l’Abruzzo.

Se l’Alberghiero perde vigore, non perde solo un istituto: perde un’intera comunità, un simbolo, un pezzo di futuro.

Il compito della nuova preside è dunque doppio: riportare i ragazzi nei laboratori e ridare fiducia a un popolo intero. È un compito arduo, ma affascinante. Perché ogni rinascita che nasce dalle ferite ha un valore ancora più forte: dimostrare che una tradizione non si spegne, ma trova sempre il modo di reinventarsi.

E allora la scommessa è questa: che Villa Santa Maria resti patria dei cuochi. Perché se quel fuoco si spegne, non è solo una scuola a chiudere, ma un pezzo di Abruzzo a spegnersi.

Alla nuova dirigente, professoressa Marilena Montaquila, va dunque un augurio sincero di buon lavoro: che possa guidare l’Alberghiero in una stagione di rinascita, con la passione di chi custodisce non solo una scuola, ma un patrimonio che appartiene a tutti.