🌊 Fossacesia, Porta dei Trabocchi ma grande assente al “Pranzo della Domenica”

La Costa dei Trabocchi è ormai diventata un simbolo dell’Abruzzo: un tratto di litorale che unisce mare, storia e gastronomia. In questo scenario, Fossacesia ama definirsi da anni la sua “Porta”, l’ingresso naturale a un territorio fatto di ulivi secolari, vini robusti e cucine sospese sul mare.

Proprio per questo, sorprende e dispiace constatare che Fossacesia non abbia preso parte al “Pranzo della Domenica”, l’iniziativa nazionale che in oltre 120 città italiane ha imbandito tavolate collettive per sostenere la candidatura della cucina italiana a Patrimonio Immateriale UNESCO.


Un rito che parla di identità

Il pranzo domenicale non è solo un’abitudine familiare: è un vero rito collettivo. A tavola si intrecciano generazioni, si tramandano piatti, si celebra la convivialità.
Dai ravioli fatti in casa ai pesci dell’Adriatico, dall’olio nuovo al Montepulciano d’Abruzzo, ogni territorio porta con sé storie e sapori che sono pezzi di identità nazionale.

In questo Fossacesia avrebbe avuto molto da dire: la vendemmia settembrina che colora le colline, il brodetto che profuma di mare, i trabocchi che non sono solo macchine da pesca ma cucine sospese sull’acqua, custodi di tradizioni marinare secolari.


Il pranzo della domenica di una volta

Negli anni ’50 e ’60, quando Fossacesia era ancora profondamente legata ai ritmi agricoli e marinari, il pranzo della domenica rappresentava il momento più atteso della settimana. Le famiglie contadine, dopo la messa, si ritrovavano intorno a tavole imbandite con i prodotti della campagna: pane fatto in casa, olio nuovo, vino rosso e pasta tirata a mano.
Chi viveva vicino al mare, invece, portava in tavola il pescato del giorno prima: triglie, seppie, alici, cucinate spesso con semplicità, ma con un sapore che raccontava l’Adriatico. Era un pranzo che univa mondi diversi — la collina e la costa — e che diventava occasione di festa, di scambio e di comunità.

Negli anni ’70, con i primi segni del turismo balneare e della modernizzazione, il pranzo della domenica si arricchiva di nuove influenze: qualche dolce comprato in pasticceria, una bottiglia di spumante, piatti che iniziavano a guardare oltre l’orizzonte locale. Eppure la sostanza restava la stessa: la tavola come cuore della famiglia e del paese, un rito che oggi, più che mai, avrebbe meritato di essere riportato in piazza per raccontare l’identità di Fossacesia.


La Porta che resta chiusa

Partecipare a un’iniziativa simile non significava solo “mettere tavoli in piazza”: era un gesto per dire noi ci siamo, anche noi contribuiamo a custodire e raccontare la cultura italiana del cibo.
Ed è qui che Fossacesia ha perso un passaggio importante. Chi si definisce “Porta dei Trabocchi” non può permettersi di tenerla chiusa quando l’Italia intera la spalanca per mostrare al mondo il valore della propria cucina.

Il confronto fa riflettere: piccoli borghi, con meno risorse e meno notorietà, hanno colto l’occasione per apparire accanto a grandi città. Fossacesia, che punta da anni sul turismo e sulla promozione territoriale, è rimasta in silenzio.


Cultura, turismo e immagine

Iniziative come il Pranzo della Domenica non sono solo folclore: hanno un impatto culturale e comunicativo.
Essere presenti avrebbe significato consolidare l’immagine di Fossacesia come crocevia di sapori e di paesaggi, rafforzando il legame tra la sua vocazione agricola e marina e la grande narrazione nazionale della cucina italiana.

Non esserci, al contrario, rischia di trasmettere un senso di disattenzione o di distacco proprio nel momento in cui bisognava mostrare partecipazione.


Uno sguardo avanti

La candidatura UNESCO continuerà il suo percorso, e l’Italia saprà raccontarsi come patria della convivialità e della biodiversità alimentare. Fossacesia, però, avrà perso un appuntamento che avrebbe potuto darle visibilità e riconoscimento.

Speriamo che alla prossima occasione la Porta dei Trabocchi non resti chiusa, ma si apra davvero: mostrando al mondo ciò che questo territorio ha di più autentico, dalle tavole imbandite della domenica ai trabocchi che sfidano il mare.