
C’è un vecchio detto popolare che recita: “L’acqua è un bene prezioso. Non sprecarla. Bevi vino.”
Lo abbiamo trovato scritto a mano su un cartello appeso a una botte di legno, e a prima vista strappa un sorriso. Sembra la classica trovata di un’osteria o di una festa di paese, capace di mescolare buonumore e saggezza contadina.
Dietro l’ironia, però, c’è una verità che merita di essere ricordata. L’acqua è davvero il bene più prezioso che abbiamo: senza acqua non c’è vita, non c’è agricoltura, non c’è nemmeno vino. E in un tempo in cui siccità, sprechi e cambiamenti climatici mettono a rischio le nostre risorse naturali, questa frase ci suona come un piccolo campanello d’allarme.
Il vino, d’altro canto, non è solo bevanda. È parte della nostra cultura, della convivialità, delle tradizioni locali. Un calice racconta il lavoro di chi coltiva la vigna, la storia di un territorio, la memoria delle feste e delle tavolate. Bere vino con moderazione significa riconoscere valore a un pezzo di identità italiana che resiste al tempo.
Forse allora la battuta può diventare uno slogan: rispettiamo l’acqua, valorizziamo il vino.
Perché non sono due mondi opposti, ma due facce della stessa medaglia: la terra che ci nutre e la cultura che ci unisce.
E se una scritta su una botte ci invita a ridere, possiamo prenderla come spunto per ricordarci che le cose più semplici – un bicchiere d’acqua, un sorso di vino, una cena condivisa – sono quelle che meritano davvero rispetto.