La cultura è business dell’anima, non del portafoglio

“Tra gli ulivi si coltiva cultura, in Parlamento si coltiva il caos. Fossacesia insegna che il rispetto è un linguaggio, non un lusso.”

Fossacesia e il Teatro degli Ulivi

La cultura non è un passatempo né una moda che va e viene. È linguaggio, portamento, rispetto. È il modo in cui ci si comporta, si ascolta, si replica. È la capacità di confrontarsi senza bisogno di urlare, di discutere senza trasformare la differenza in rissa.

Eppure, nel nostro Paese, la cultura è stata abbandonata. Non la si intende più come educazione civile, ma come semplice intrattenimento o spettacolo da consumare. La prova più triste arriva proprio dalle istituzioni: ove la cultura dovrebbe dare l’esempio, non ce n’è traccia. In Parlamento assistiamo a urla, risse, insulti. E poi si pretende che i giovani non spacchino le vetrine, non emulino quei comportamenti. Ma se il modello che ricevono è quello di aule parlamentari ridotte a ring, come possiamo davvero sorprenderci?


Un risultato che sorprende

Per questo, il Teatro degli Ulivi a Fossacesia è un segnale importante. Non è un’opera pubblica né un progetto calato dall’alto, ma una fondazione privata. È nato dal coraggio e dalla visione di chi ha creduto che la cultura potesse diventare motore di vita comunitaria e attrattore turistico.

E i numeri lo dimostrano: 2.300 spettatori in otto spettacoli, di cui ben 1.400 solo per la Traviata. Non è poco, anzi: in un territorio che fatica spesso a portare pubblico a eventi culturali, è un risultato che va guardato con rispetto.

La cornice tra gli ulivi ha incuriosito, la proposta artistica ha convinto, il pubblico ha risposto. Chi temeva una “cattedrale nel deserto” si trova oggi davanti a un fatto: il teatro funziona. Non è perfetto, certo: non ha ancora una programmazione pluriennale consolidata. Ma i primi passi sono stati mossi con passione e concretezza.


La cultura che parte dalle scuole

La sfida vera è far sì che questo progetto non resti isolato, ma diventi parte di un percorso educativo. La cultura, per radicarsi davvero, deve partire dalle scuole: non basta offrire eventi al pubblico adulto, occorre coinvolgere i ragazzi, portarli a teatro, farli salire sul palco, stimolarli a vivere la musica e l’arte come parte della loro crescita.

Un teatro che dialoga con gli studenti non è solo un contenitore di spettacoli, ma un laboratorio di formazione. Qui i giovani possono scoprire talenti, imparare a lavorare insieme, acquisire sensibilità nuove.

Perché la cultura non è un bene di pochi, ma una lingua che si impara da piccoli e si porta per tutta la vita.


Cultura e turismo insieme

Un teatro immerso negli ulivi non è solo uno spazio di spettacolo: è un pezzo di identità. Unisce il paesaggio, la musica, la comunità.

Chi viene per assistere a un concerto o a un’opera, non si limita alla serata: visita l’Abbazia di San Giovanni in Venere, scopre i trabocchi, cena sul mare.

👉 Ogni spettatore è anche un turista, ogni evento è anche promozione del territorio.

Per questo il Teatro degli Ulivi merita di essere inserito nei circuiti culturali e turistici regionali: non come iniziativa privata da osservare con distacco, ma come patrimonio comunitario che accresce l’offerta della Costa dei Trabocchi.


Conclusione

Ben venga allora la cultura a Fossacesia, tra gli ulivi e il mare, perché dimostra che un’altra strada è possibile: fatta di comunità, rispetto e bellezza.

Che sia di esempio ai nostri onorevoli, troppo spesso impegnati a inscenare risse da strada piuttosto che a costruire futuro. E poi ci si sorprende se i ragazzi spaccano le vetrine… Ma come si può chiedere ai giovani ciò che le istituzioni stesse non praticano?

Noi siamo sempre stati un Paese di cultura: sarebbe ora di ricominciare. E chissà, magari tra qualche anno avremo parlamentari che non urlano, non si sopraffanno e, soprattutto, sanno guardare a un mondo reale fatto di bellezza e non solo di interessi.

Il Teatro degli Ulivi ci ricorda che la cultura non è un lusso, ma una necessità. E che, alla fine, la cultura è business dell’anima, non del portafoglio.