
Quando l’esercito diventa uno strumento personale
Il 2 agosto 1934 la Germania cambiò volto. Alla morte del presidente Paul von Hindenburg, Adolf Hitler colse l’occasione per trasformare l’esercito in una sua estensione personale. Non più un giuramento alla Costituzione o allo Stato, ma direttamente al Führer.
«Giuro obbedienza incondizionata ad Adolf Hitler, Führer del Reich e del popolo tedesco, e sarò pronto a sacrificare la mia vita in ogni momento per questo giuramento.»
Con queste parole, milioni di soldati e centinaia di generali divennero legati a Hitler non come capo politico, ma come uomo. Chi non accettava, automaticamente, era fuori: un traditore. Da quel momento la Wehrmacht non fu più un’istituzione autonoma, ma il braccio armato del regime.
Hegseth e la convocazione senza precedenti
Settembre 2025: il nuovo segretario alla Difesa USA, Pete Hegseth, convoca circa 500–800 generali e ammiragli da tutto il mondo a Quantico, in Virginia. Una riunione rarissima, di cui non sono stati resi noti i motivi ufficiali.
Il gesto ha colpito osservatori e opinione pubblica: mai, in tempi recenti, si era vista una convocazione di tale portata. Non c’è stato alcun nuovo giuramento, ma il messaggio simbolico è chiaro: mostrare unità, disciplina e fedeltà incondizionata alla leadership.
Somiglianze e differenze
- Somiglianze:
- Raduno straordinario di militari ai massimi livelli.
- Richiesta implicita di lealtà senza condizioni.
- Chi non accetta rischia di restare ai margini.
- Differenze:
- Nel 1934 il giuramento fu un atto scritto e obbligatorio.
- Oggi si tratta di una convocazione, non di un vincolo giuridico.
- Hitler agiva in una dittatura consolidata; Hegseth opera in un contesto democratico (almeno formalmente).
La lezione della storia
Il parallelo non è perfetto, ma inquietante. Quando la politica chiede all’esercito fedeltà personale invece che fedeltà istituzionale, si entra in un terreno scivoloso. Nel 1934 significò la fine di ogni freno militare al potere assoluto di Hitler.
Oggi, nel 2025, l’eco di quella storia serve come monito: la forza delle democrazie non sta nella cieca obbedienza, ma nel rispetto delle regole e degli equilibri. Un esercito fedele alla Costituzione è garanzia di libertà; un esercito fedele a un uomo è l’anticamera dell’autoritarismo.