Torri di sassi e onde di memoria: l’equilibrio fragile della Costa dei Trabocchi

🌊 Ogni pietra racconta un gesto, ogni torre un equilibrio fragile.
Davanti al mare, anche la semplicità diventa poesia.

C’è chi, camminando lungo la Costa dei Trabocchi, raccoglie conchiglie.
Chi invece cerca legni levigati dal mare.
E chi, come un rito antico, si ferma e costruisce piccole torri di pietre.

Sono gesti semplici, quasi infantili, ma dietro quell’atto c’è una saggezza profonda: la ricerca di equilibrio.
Mettere una pietra sopra l’altra, scegliere con attenzione la forma, l’incastro, il peso. E scoprire che basta un soffio di vento, un passo incerto o un’onda improvvisa per far crollare tutto.

🌊 L’arte effimera dell’equilibrio

Le torri di sassi non sono monumenti. Non durano nel tempo, non resistono alle mareggiate. Eppure raccontano meglio di tanti edifici la condizione umana: costruire sapendo che tutto è fragile.
Sono come le onde: si formano, si infrangono, si ricompongono. Non cercano eternità, ma intensità.

Nella loro precarietà c’è una bellezza sottile: ci ricordano che la vita non è controllo totale, ma danza continua tra stabilità e rischio, tra radici e movimento.

🏞️ Pietre come passi di un cammino

In molte culture, le pile di sassi segnano i sentieri, i passi di montagna, i luoghi sacri. Sono un segno lasciato a chi verrà dopo: “da qui sono passato anch’io”.
Così anche sulla spiaggia, quei cumuli diventano piccoli fari di memoria. Non servono a illuminare, ma a ricordare.

Guardandoli davanti al mare della Costa dei Trabocchi, sembra quasi che quelle torri parlino con i trabocchi stessi. Da un lato il legno che sfida le onde, dall’altro le pietre che cercano equilibrio. Entrambi frutti dell’ingegno e della pazienza umana, entrambi destinati a convivere con la forza del mare.

🌱 Una lezione per il turismo lento

Le torri di pietre ci insegnano qualcosa anche sul modo di vivere i luoghi.
Il turismo che costruisce grattacieli di cemento e villaggi anonimi non conosce equilibrio: pretende eternità e consumo.
Il turismo lento, invece, assomiglia a queste pile di sassi: cerca armonia con l’ambiente, accetta la fragilità, costruisce esperienze che non lasciano macerie ma segni delicati, capaci di parlare a chi verrà dopo.

Passeggiare sulla spiaggia, fermarsi a osservare il mare, costruire una torre di sassi e poi lasciarla al suo destino: questa è la metafora di un turismo che non conquista, ma dialoga.

✨ Conclusione

La foto di due torri di sassi davanti al mare dice molto più di quanto sembri.
È la fotografia di un equilibrio fragile e bellissimo, come la vita, come i nostri borghi, come la Costa dei Trabocchi.
Un invito a fermarsi, respirare, ascoltare il silenzio.
A costruire senza la paura che tutto possa crollare, perché il senso non è nella durata, ma nel gesto.

Alla fine, quei sassi impilati raccontano ciò che spesso dimentichiamo: non serve alzare grattacieli per lasciare un segno. A volte basta una pietra sopra l’altra, davanti al mare.

✍️ Il Sognatore Lento


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