
Un simbolo arrugginito, un orizzonte infinito
Ci sono lucchetti che non chiudono nulla. Non custodiscono porte né segreti, eppure resistono al tempo, appesi a una ringhiera che guarda l’Adriatico. Arrugginiti, dimenticati, ma ostinati nel restare.
Davanti a loro, il mare continua il suo respiro eterno. Le onde si rincorrono senza sosta, il sole si riflette sull’acqua e illumina i promontori, sentinelle silenziose della Costa dei Trabocchi. È lo stesso scenario che, da secoli, accoglie i trabocchi: legni e corde che, come il ferro, sfidano il tempo e le mareggiate.
Quel lucchetto sembra quasi una metafora. Forse è stato chiuso da due innamorati come promessa. Forse da un viaggiatore che voleva lasciare traccia del suo passaggio. O forse non ha mai avuto un significato preciso: è solo un oggetto dimenticato che il paesaggio ha adottato, trasformandolo in simbolo.
Sulla Costa dei Trabocchi, anche un pezzo di ferro arrugginito può diventare poesia. Perché qui il tempo non cancella, ma trasforma: le rughe del legno, i graffi del ferro, le corde logore. Tutto parla, tutto insegna.
Quel lucchetto, guardando il mare, ci ricorda una lezione semplice: niente è per sempre, ma ogni cosa può restare se trova un orizzonte a cui aggrapparsi.