👨‍🍳 Andrea Bucciarelli

Dalla costa abruzzese a New York: la semplicità come forma d’arte

Villa Santa Maria – Le radici della passione

A Villa Santa Maria la cucina non è solo un mestiere: è un destino che si respira tra le colline e profuma di mare.
Chi nasce lì lo sa: prima ancora di scegliere, è la cucina a scegliere te.

Per Andrea Bucciarelli, il banco dell’Istituto Alberghiero “G. Marchitelli” fu più di una scuola.
Era una casa fatta di profumi, regole e gesti ripetuti fino a diventare naturali.
Ogni mattina, con la giacca bianca ancora un po’ larga, imparava che cucinare non significa solo eseguire, ma rispettare, ascoltare, crescere.

Durante gli anni scolastici, Andrea non si accontentava delle lezioni.
D’estate, mentre molti compagni restavano in paese, lui preferiva mettersi alla prova.
Fu così che, per più stagioni, trovò impiego all’Hotel Aragosta di Casalbordino, affacciato sull’Adriatico.
Era un piccolo mondo fatto di fatica e soddisfazioni: il profumo del mare nei piatti, la corsa dei camerieri, il vociare della sala, il ritmo incessante della cucina.
Lì capì davvero cosa significava “servizio”: non solo fare, ma capire,

osservare, dare il meglio anche quando nessuno guarda.

Dopo il diploma, arrivò quella telefonata che avrebbe cambiato tutto.
A chiamarlo fu il cugino Alessandro Caporale, già chef a New York: un abruzzese che aveva portato il gusto della sua terra oltreoceano, costruendo con tenacia una carriera internazionale.
«Se vuoi provare, qui c’è posto. Serve qualcuno che abbia voglia di imparare davvero», gli disse.

Andrea non ci pensò troppo.
In fondo, i sogni più grandi non si preparano: bussano e basta.
Prese il passaporto, salutò la famiglia e partì con una valigia di vestiti, un dizionario d’inglese e tanta curiosità.
Non aveva certezze, ma una convinzione profonda: la cucina — la sua cucina — poteva portarlo lontano.


Casa Lever – La scuola di New York (2010–2013)

Quando Andrea arrivò a Casa Lever, nel cuore di Manhattan, capì subito che nulla sarebbe stato semplice.
Era un ristorante elegante, raffinato, frequentato da uomini d’affari e volti noti della città.
Dietro la vetrina luminosa, la cucina era un microcosmo di precisione e velocità: ogni piatto aveva un tempo perfetto, ogni gesto un motivo.

All’inizio tutto era difficile.
La lingua, soprattutto: ordini urlati in inglese, parole abbreviate, accenti diversi.
Nei primi giorni capiva poco, ma osservava molto.
Scriveva le parole nuove su un quaderno che teneva in tasca, e la sera, nella piccola stanza condivisa con altri ragazzi, le traduceva con pazienza.
Sapeva che la cucina non aspetta nessuno: per farsi spazio doveva imparare in fretta.

Col passare dei mesi cominciò a farsi capire, a muoversi con sicurezza, a guadagnarsi la fiducia dello chef e dei colleghi.
Nei tre anni trascorsi a Casa Lever imparò moltissimo: tecniche, ritmo, organizzazione, il valore della squadra e l’importanza di ogni dettaglio.
Giorno dopo giorno, conquistò i propri gradi fino a diventare chef di partita — il suo primo grande traguardo.

New York gli insegnò la velocità, ma anche la calma necessaria per restare lucido quando tutto intorno corre.
E ogni volta che alzava gli occhi dai fornelli e vedeva lo skyline della città, sentiva che quel sogno, iniziato tra le aule di Villa Santa Maria, stava prendendo davvero forma.


Sant Ambroeus Madison – La maturità (2013–2016)

Nel 2013 Andrea entrò nel gruppo Sant Ambroeus, una delle istituzioni della cucina italiana a New York.
Fu assegnato alla sede di Madison Avenue come Sous Chef.
Era un periodo di piena maturità professionale: imparava a gestire la brigata, a coordinare i reparti, a mantenere l’equilibrio tra qualità, tempi e persone.

La cucina diventava sempre più il suo linguaggio naturale: italiano, autentico, elegante ma sincero.
Collaborava alla creazione dei menù, supervisionava la linea, controllava forniture e costi, ma soprattutto trasmetteva ai giovani quella stessa passione che un tempo aveva ricevuto.
Ogni piatto raccontava una storia — e in ognuna di esse c’era un frammento d’Italia.


Sant Ambroeus West Village – Lo stile (2016–2021)

Dal 2016 al 2021, Andrea guida la cucina del Sant Ambroeus West Village come Executive Chef, firmando menù che uniscono tecnica e memoria: piatti essenziali, equilibrati, dal gusto autentico.
Dentro c’è l’Italia, ma anche il ragazzo cresciuto sulla costa abruzzese, che non ha mai smesso di credere nella forza delle origini.

Chi ha lavorato con lui racconta la calma con cui affronta i momenti di caos, la precisione dei gesti e la capacità di guidare il team con equilibrio.
Per Andrea ogni piatto è un racconto, un modo per comunicare emozioni.
«Il mio lavoro è creare emozioni», ripete spesso.
E forse è proprio questo il segreto del suo successo: trasformare la semplicità in eleganza, e la memoria in sapore.


Il Private Chef – Libertà, creatività e incontri speciali (2021–oggi)

Nel 2021, dopo oltre dieci anni nei grandi ristoranti, Andrea sceglie la strada dell’indipendenza.
Diventa Private Chef per celebrità, sportivi e dirigenti di alto livello.
Cucina per piccoli eventi, cene riservate e famiglie che lo scelgono non solo per la tecnica, ma per la sensibilità con cui trasforma un pasto in esperienza.

Ogni menù è un racconto nuovo, costruito su misura per chi siede a tavola.
«Non esistono due cene uguali», dice, «perché ogni persona ha la propria storia — e anche la cucina deve saperla ascoltare».

Libero da orari e gerarchie, Andrea ritrova l’essenza più pura del suo mestiere: cucinare per condividere, per far stare bene gli altri, per raccontare un pezzetto d’Abruzzo nel cuore di Manhattan.


Conclusione – La semplicità delle cose vere

Nel suo cammino, dalla scuola di Villa Santa Maria alle cucine di New York, Andrea Bucciarelli ha imparato che il successo non è nei riconoscimenti, ma nella costanza con cui si coltiva la passione ogni giorno.
La cucina, per lui, resta un linguaggio universale: fatto di rispetto, ascolto e memoria.

E in ogni piatto che prepara c’è ancora il ragazzo abruzzese che crede nella semplicità delle cose vere — quelle che non passano mai di moda, perché profumano di casa.

“Tra quei corridoi ho imparato che la passione non si insegna, si vive.
Oggi ogni piatto che preparo parla di quella scuola e di chi ha creduto in me.”
Andrea Bucciarelli