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In tempi di campagne elettorali infinite e promesse riciclate, ogni tanto torna la voglia di una fiaba.
Ma non quelle con il lieto fine: quelle dove almeno si sa chi sono i ladroni.
E così, davanti a certi spettacoli politici, viene spontaneo dire — con un sorriso amaro — “La prossima volta voterò Alibabà.”
Perché almeno lui, i suoi quaranta li conosceva tutti per nome.

Oggi, invece, non si contano più.
Ogni giorno se ne scoprono di nuovi: travestiti da salvatori, da tecnici, da esperti del bene comune.
Cambiano sigle e slogan, ma la sostanza resta.
C’è chi ruba tempo, chi ruba fiducia, chi ruba il futuro fingendo di costruirlo.

La satira serve a questo: a ricordarci che, se non possiamo cambiare la fiaba, almeno possiamo smettere di credere ai narratori di professione.
E allora, perché no?
Un voto ad Alibabà, simbolico e ironico, per dire che di ladroni ne bastano quaranta.
Gli altri, lasciamoli fuori dalla grotta.

Il Sognatore lento


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