
Tra le viscere della Maiella, dove l’eco di D’Annunzio incontra il respiro della terra
Nel cuore selvaggio della Maiella, la Grotta del Cavallone custodisce un segreto che unisce geologia, storia e vino.
A 1.388 metri d’altitudine, sopra Lama dei Peligni, la montagna si apre in una cavità maestosa: stalattiti e stalagmiti scolpite dal tempo, un silenzio denso, un clima immutabile che da secoli conserva la memoria delle ere.
Oggi, quel microcosmo di roccia e umidità è diventato un laboratorio naturale per l’affinamento dei vini e degli spumanti di pregio, grazie a un progetto che unisce il Parco Nazionale della Maiella, il Comune di Lama dei Peligni e la Bio Cantina Orsogna.
Un’idea semplice e poetica: lasciare che sia la montagna, con il suo respiro

costante, a prendersi cura del vino.
🍇 Il territorio dei Peligni: una viticoltura di frontiera
Tra le gole della Valle di Taranta e la piana dell’Aventino, la vite non cresce ovunque.
Sulle pendici di Palena e Taranta Peligna, il terreno è impervio, le quote alte, il clima severo.
Ma poco più in basso, tra Lama dei Peligni e Casoli, la vite ritrova spazio, memoria e tradizione.
Qui il Parco della Maiella tutela una piccola “vigna madre”: un mosaico di antichi biotipi locali – Cococciola, Montonico, Uva Pane – sopravvissuti nei secoli e oggi studiati come patrimonio genetico da recuperare (Fonte: Progetto “Vigna Madre della Maiella”, Parco Nazionale della Maiella, 2021).
🕊️ Uva Pane – la vite della memoria peligna
Antico vitigno bianco della Maiella orientale, dolce come il pane nuovo e salvato dal Parco Nazionale della Maiella.
I grappoli dorati, croccanti e zuccherini, venivano appesi nelle cantine per durare l’inverno: simbolo di un Abruzzo contadino che non voleva sprecare nulla.
Oggi rivive in piccoli filari sperimentali, custodi di una memoria che profuma di miele e di sole.
Da questa eredità nasce l’idea visionaria di usare la Grotta del Cavallone come cantina naturale: lasciare che la montagna stessa affini le bollicine e i rossi d’altura, nel buio e nel silenzio.
🍾 Il progetto della Bio Cantina Orsogna
L’iniziativa è stata ideata e curata dalla Bio Cantina Orsogna, una delle cooperative vitivinicole più innovative d’Italia, guidata dal direttore ed enologo Camillo Zulli.
Grazie a un accordo con il Parco Nazionale della Maiella, una parte della grotta è stata adattata – senza alterarne l’ecosistema – a spazio di affinamento.
Le bottiglie vengono adagiate in casse di legno e pietra, dove regnano 10 °C costanti e un’umidità prossima al 95 %.
In quell’ambiente silenzioso, lontano dalla luce e dalle vibrazioni, il vino respira lentamente e si trasforma.
Le bollicine diventano più fini, i profumi più complessi, il tempo più generoso.
La montagna diventa maestra, e la pietra – con il suo respiro lento – la migliore alleata dell’uva.
🍷 I vini che riposano nel buio
L’esperimento della Grotta del Cavallone riguarda soprattutto gli spumanti metodo classico e i Montepulciano Riserva, ma apre la strada anche ad affinamenti di Pecorino e Cococciola.
| Tipologia | Vitigno principale | Durata affinamento | Effetto della grotta |
|---|---|---|---|
| Spumante Metodo Classico “Maiella” | Montepulciano vinificato in bianco | 24–36 mesi sui lieviti | Bollicina più fine, note di crosta di pane e fiori di campo |
| Montepulciano d’Abruzzo Riserva | Montepulciano | 24 mesi in legno + 12 in grotta | Evoluzione tannica equilibrata, sfumature balsamiche |
| Pecorino Superiore | Pecorino | 12–18 mesi | Maggiore mineralità e tensione acida |
| Passito di Cococciola | Cococciola | 12 mesi | Profumi concentrati e dolcezza naturale |
🧑🔬 Chi è Camillo Zulli
Direttore generale ed enologo della Bio Cantina Orsogna, Camillo Zulli è tra i pionieri dell’enologia biodinamica abruzzese.
Classe 1970, formatosi tra Ortona e Conegliano, è stato tra i primi a credere nel potenziale delle altitudini della Maiella e nel valore del vino “vivo”, privo di forzature chimiche.
Sotto la sua guida la cantina ha sviluppato linee iconiche come Lunaria Biodinamica e Ramoro Pecorino Orange Wine, oggi esportate in oltre trenta paesi.
Il progetto della Grotta del Cavallone nasce da una sua frase divenuta quasi un manifesto:
“Il vino deve respirare la terra, anche quando riposa.”
🌿 Enoturismo e cultura della lentezza
L’esperienza in grotta non è soltanto un atto tecnico: è un viaggio nel ventre della montagna.
La visita inizia alla funivia Colle Rotondo, l’unica funivia speleologica d’Europa, che in pochi minuti porta da 760 a 1.388 metri tra panorami mozzafiato sulla Valle dell’Aventino.
Da lì, un breve sentiero conduce all’ingresso della Grotta del Cavallone, dove il vino dorme accanto alla pietra e il visitatore riscopre la lentezza del tempo.
Le degustazioni possono essere organizzate nella Casa del Parco di Lama dei Peligni, abbinate a prodotti locali – formaggi d’alpeggio, miele, pane di farro – e accompagnate dal racconto dei viticoltori e delle guide del Parco.
Informazioni utili:
📍 Grotta del Cavallone – Lama dei Peligni (CH)
🎫 Apertura stagionale: giugno – settembre
🚠 Accesso tramite funivia “Colle Rotondo – Cavallone”
🧥 Temperatura interna: 10 °C – si consiglia giacca e scarpe chiuse
📖 Il respiro della montagna
“Maiella, madre antica che respira lenta”, scriveva D’Annunzio.
Quel respiro oggi affina vini che parlano la lingua della roccia e del silenzio.
Nella Grotta del Cavallone, la montagna non custodisce solo stalattiti e leggende, ma un tempo nuovo del vino — un tempo che non corre, ma matura.
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