🍯 Cicerchiata – Il dolce che unisce Abruzzo, festa e tradizione


🌸 Introduzione narrativa

Nelle case d’Abruzzo, quando il Carnevale si avvicina e l’odore di miele riempie l’aria, c’è un dolce che annuncia la festa più allegra dell’anno: la cicerchiata.
Un intreccio di tradizione, pazienza e dolcezza che brilla come oro sul piatto da portata. Le sue piccole sfere dorate — le “cicerchie” — ricordano un seme antico, simbolo di abbondanza e rinascita.

Nata nelle cucine del Sangro, dove l’apicoltura è un’arte tramandata e il miele scorre come un bene prezioso, la cicerchiata rappresenta il legame perfetto tra terra e festa: un dolce popolare che celebra il lavoro delle api, la manualità delle donne e la gioia collettiva del Carnevale.


🧺 Ingredienti

  • 240 g di farina tipo “00”
  • 2 uova intere
  • 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • 20 g di zucchero
  • 1 cucchiaio di vino bianco secco
  • Olio extravergine d’oliva per friggere
  • 100 g di miele di montagna abruzzese
  • 100 g di zucchero
  • 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva (per il caramello)
  • Mandorle tostate e tritate o confettini colorati per decorare

🍳 Preparazione

Disponi la farina a fontana sul piano da lavoro. Al centro unisci le uova, lo zucchero, l’olio e il vino bianco. Impasta con energia fino a ottenere una pasta soda e liscia, poi lasciala riposare coperta per una decina di minuti.

Dividi l’impasto in piccole porzioni e, come si fa con le corde di pane, forma dei serpentelli sottili, spessi quanto una matita. Tagliali a pezzetti e, con le dita, trasformali in piccole sfere: saranno le tue “cicerchie”.

Friggile in olio caldo fino a doratura, poi scolale e adagiale su carta assorbente.
In un’ampia padella, fai sciogliere il miele con lo zucchero e un cucchiaio d’olio: quando il composto prende un bel colore ambrato, versa le palline fritte e mescola con un cucchiaio di legno, affinché il miele le abbracci una a una.

Trasferisci subito il composto su un piatto leggermente bagnato e, con le mani umide, dagli forma: una ciambella dorata, o tanti piccoli cumuli individuali.
Decora con mandorle o confettini colorati: il Carnevale è festa anche per gli occhi.

👀 Esame visivo

La cicerchiata si presenta come un piccolo capolavoro di luce: un intreccio di sfere dorate, lucide e uniformi, saldate dal miele in una sinfonia di riflessi ambrati.
La superficie appare brillante, leggermente irregolare ma armoniosa, con sfumature che vanno dal giallo del grano al bronzo del caramello.
Se decorata con confettini colorati o mandorle tostate, regala un colpo d’occhio festoso e vivace, come un mosaico di Carnevale.
Nelle porzioni singole, le palline restano ben definite e croccanti; nella forma a ciambella, invece, il miele crea un effetto vetrificato che invita al taglio e alla scoperta della sua fragranza interna.

👃 Esame olfattivo

Al naso la cicerchiata sprigiona un profumo dolce e avvolgente, capace di riempire la stanza con la sua semplicità autentica.
Il miele caldo domina, con le sue sfumature floreali e resinose, mentre sullo sfondo emergono note di mandorla tostata, di zucchero caramellato e un leggero sentore di frittura pulita, quasi burrosa.
Chiudendo gli occhi, si percepisce un aroma di casa antica e festa: il ricordo dei dolci preparati insieme, del legno del tavolo, del profumo che annuncia il Carnevale prima ancora di vederlo arrivare.

👅 Esame gustativo

Al palato, la cicerchiata rivela un equilibrio sorprendente: la croccantezza iniziale delle piccole sfere cede lentamente alla morbidezza dorata del miele che le avvolge.
La dolcezza è piena ma non stucchevole — il miele, protagonista discreto, si fonde con la leggera sapidità dell’impasto e con la nota tostata della frittura, creando una sensazione rotonda e armoniosa.
Ogni boccone è un piccolo viaggio tra consistenze e ricordi: prima il rumore croccante, poi il calore dolce che si espande in bocca, lasciando una

persistenza gentile, profumata di miele e mandorla.

🍷 Profilo gustativo e abbinamento

La cicerchiata è un dolce che parla con il linguaggio dell’allegria, ma lo fa con la profondità del tempo e la sapienza del lavoro artigianale. Ogni pallina dorata è un piccolo frammento di festa: croccante all’esterno, tenera dentro, lucida di miele e di tradizione.

Il suo gusto è armonioso e solare: la dolcezza del miele si unisce alla rotondità dell’olio extravergine d’oliva, al lieve profumo del vino bianco e al tocco tostato della frittura. Ne nasce un equilibrio perfetto tra dolcezza e fragranza, dove ogni boccone racconta la semplicità contadina e il calore delle cucine di Carnevale.

L’abbinamento è per concordanza, perché il miele e gli zuccheri naturali del dolce trovano la loro eco ideale nei vini dolci e aromatici della regione.
Tra questi spiccano il Passito d’Abruzzo, la Malvasia dolce e, soprattutto, il Moscato di Castiglione a Casauria, che con i suoi profumi di fiori d’arancio, fichi secchi e miele d’acacia amplifica la rotondità e l’eleganza della cicerchiata.

In bocca, il vino abbraccia il dolce in un’unione morbida e persistente: nessuno prevale, tutto si accorda.
È l’essenza stessa del Carnevale abruzzese — una dolcezza condivisa, fatta di miele, festa e memoria.

✒️ Il Sognatore Lento