
Sanità, verità e rispetto: ciò che un’Amministrazione non dovrebbe dimenticare
Credo che su temi come la salute non ci debbano essere né polemiche né etichette.
Quando una persona in cura testimonia che un farmaco non era disponibile, non si tratta di propaganda, ma di una realtà da verificare con attenzione e rispetto.
Le dichiarazioni ufficiali della Regione, secondo cui “non c’è mai stata interruzione di terapie”, andrebbero confrontate con i fatti concreti e con le esperienze dei pazienti.
Non con le statistiche o con le versioni d’ufficio, ma con la vita reale di chi ogni giorno varca la soglia di un ospedale.
Perché dietro ogni “caso” ci sono volti, storie, paure.
E quando una donna in terapia oncologica racconta che il suo farmaco non era disponibile, la prima risposta non dovrebbe essere una smentita via social, ma un gesto di ascolto e umanità.
Prima di replicare pubblicamente, sarebbe stato più giusto — e più sensibile — che la Regione cercasse un contatto diretto con la paziente, magari tramite una persona di fiducia, indipendentemente da che parte sia la ragione.
Un confronto riservato e sincero avrebbe permesso di chiarire i fatti e di mostrare rispetto verso chi affronta la malattia con dignità.
Invece si è preferito intervenire online, con toni difensivi e parole che suonano fredde.
Ma la sanità non è un terreno di scontro comunicativo: è un ambito dove contano la trasparenza, la delicatezza e la responsabilità verso i cittadini.
Negare non serve.
Serve ascoltare, verificare, correggere.
La fiducia nella sanità pubblica non nasce dalle smentite, ma da chi ha il coraggio di riconoscere un problema e affrontarlo con rispetto.
Quando la politica parla prima di capire, perde credibilità.
Perché un’istituzione che risponde di impulso, magari attraverso i social, rischia di apparire più interessata a difendere se stessa che a servire la comunità.
Ogni parola detta troppo in fretta, ogni smentita pubblicata senza aver prima verificato, scava un solco di sfiducia tra i cittadini e chi li rappresenta.
La comunicazione immediata può forse placare il momento, ma non risolve il problema: al contrario, alimenta la percezione di distanza, di fretta, di superficialità.
Un’amministrazione autorevole non ha bisogno di ribattere a caldo, ma di ascoltare a fondo.
La forza di chi governa si misura nel silenzio dell’ascolto, non nel rumore della replica.
E quando un’istituzione risponde via social a chi soffre, dimentica la prima regola di chi rappresenta una comunità: essere umani, prima che amministratori.
Con rispetto per le istituzioni, ma nel pieno diritto di esprimere il proprio pensiero, credo che il compito di chi governa non sia negare i disagi, bensì comprenderli e trasformarli in soluzioni.
Solo così la sanità potrà tornare a essere ciò che deve: un diritto, non un privilegio.
✒️ Il Sognatore Lento
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