
✍️ Il Sognatore Lento
C’è una specie in via di moltiplicazione, più che di estinzione: quella dei citatori professionisti.
Gente che non legge libri, ma li fotografa. Che non riflette, ma condivide. Che non studia, ma “posta”.
Sono i radical chic da tastiera, quelli che hanno trasformato la cultura in un accessorio, come la sciarpa in primavera o l’aperitivo col calice inclinato.
L’ultima apparizione del fenomeno è targata Ennio Flaiano.
La sua frase — “Senza cultura l’Italia finirà in mano ai cretini” — è tornata virale come un mantra civile, un urlo di dolore nazionale.
Peccato che, troppo spesso, a gridarla siano proprio quelli che hanno consegnato il cervello all’algoritmo e la curiosità al dimenticatoio.
E se non basta Flaiano, si tira in ballo Pier Paolo Pasolini, con l’immancabile:
“Io so. Ma non ho le prove.”
Una citazione che oggi suona come un certificato di superiorità morale, più che come un invito alla verità.
Pasolini cercava la realtà nelle strade, nei corpi, nei contrasti del Paese.
I suoi nuovi devoti, invece, la cercano nei commenti sotto un post, tra un “mi piace” e un “che vergogna”.
Flaiano e Pasolini non scrivevano per sentirsi migliori, ma per farci capire quanto stavamo diventando peggiori.
Loro usavano la cultura per scavare, non per apparire.
Oggi invece basta citare un autore per sentirsi dalla parte giusta del mondo, come se il sapere fosse un adesivo da attaccare al proprio ego.
La cultura non è una decorazione né un filtro morale da applicare al profilo social.
È fatica, dubbio, curiosità, ascolto.
È la capacità di mettere in discussione se stessi prima di giudicare gli altri.
Chi urla “Senza cultura finiremo in mano ai cretini!” spesso lo fa dall’interno della stessa mano.
Perché la cultura, se non si pratica, non distingue: confonde.
E allora sì, Flaiano aveva ragione.
Ma non immaginava che i cretini un giorno avrebbero imparato anche a citare.
👉 Morale della storia:
In Italia la cultura non manca, manca la voglia di usarla.
E finché citeremo gli scrittori solo per sentirci migliori, saremo esattamente ciò che loro temevano di più:
un Paese che confonde la profondità con la didascalia.
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