
✨ “Le radici possono attendere una vita intera, ma quando tornano alla luce sanno ancora fiorire.”
👉 Testimonianza raccolta per la rubrica Monteneresi nel mondo
La partenza e la famiglia
«Sono Antonietta Travaglini e sono in Francia da gennaio 1958. Nel ’63 mi sono sposata con Spada Eligio e abbiamo avuto due figli, Rita e Giuseppe, che sono stati il nostro raggio di sole.»
«È da quasi 40 anni che desideravo ritornare in Italia ma, per ragione di salute, non ho mai potuto realizzare questo desiderio. Per me è stato molto duro, per non dire difficilissimo.»
👉 Parole che raccontano la lunga attesa di chi porta Montenerodomo nel cuore anche oltre confine.
Il ritorno dopo decenni
«Quest’anno, finalmente, sono riuscita a tornare con mio marito, mio figlio e la sua ragazza, mia sorella Gabriella e una delle sue figlie, Mélanie. Dopo tanto tempo, ho passato due mesi indimenticabili, e anche per mio marito; abbiamo trovato il paese imbellito, piacevole e molto più confortevole.»
«Ho potuto rivedere tutta la mia famiglia e le mie amiche, cosa voler di più. Rivedere e parlare con tutti è stata una buona cura, gente così calorosa si trova solo da noi, e per questo dico grazie a tutti con tutto il cuore.»
👉 Il ritorno non è solo un viaggio: è una cura, un balsamo che solo l’abbraccio del paese sa dare.
Le emozioni della memoria
«Ho potuto rivedere tanti luoghi cari al mio cuore. Poi abbiamo potuto assistere all’inaugurazione del nuovo museo a Juvanun e della “Casa del nonno”, che è stato un bel seguito del vostro progetto. È stato un vero piacere vedere come si è modernizzato il paese.»
«Un giorno siamo andati a vedere la mostra fotografica alla scuola: me ne aveva parlato mia sorella. La mia sorpresa è stata grande quando ho visto la foto intitolata “La Veglia”: ho riconosciuto la nostra sorellina Giuseppina sul lettino di morte, deceduta a 9 mesi nel 1947.»
👉 Un ritorno può essere anche un incontro inatteso con il dolore del passato: la memoria familiare che diventa memoria collettiva.
«Sorpresa grandissima, perché questa foto l’ho a casa mia e non pensavo mai confrontarmi ad essa. A quell’epoca i bambini morivano spesso e mamma ha perso altre due bimbe. E ci penso spesso. Vedendo quella foto, mi sono sentita male. Però adesso che ci penso mi fa piacere, penso a lei e so che è lì, che il suo ricordo non è perso, e per questo ringrazio molto l’uomo che scattò questa foto e che ve l’ha mandato per la mostra.»
«Grazie a lui, a te Gesualdo che ti sei occupato di questo progetto insieme al Sindaco e ad altri paesani. Noi vi siamo molto riconoscenti.»
Le radici ritrovate
«Con affetto un caro saluto a tutti. Antonietta.»
(Testimonianza ricevuta per e-mail il 21 settembre 2006)
👉 Le parole di Antonietta ci ricordano che, anche dopo decenni di lontananza, le radici non si spengono mai. Ogni ritorno è un ponte tra passato e presente, tra memoria e futuro.
📖 Questo racconto fa parte delle storie di emigrazione montenerese: voci autentiche di chi è partito e porta Montenerodomo nel cuore, ovunque nel mondo.