Risposta a un commento di un ex – “Quando la scuola alberghiera era un bellissimo punto d’inizio”

Cucina, sala e ricevimento: tre simboli, una sola scuola.
Da qui siamo partiti tutti.
E da qui si deve ripartire.

(Commento nato leggendo il post sulla chef Ernesta Vassolo)

A volte, mentre si scrive di qualcuno che ce l’ha fatta, di un’ex studentessa come Ernesta Vassolo – che oggi rappresenta con orgoglio il Molise e porta alto anche il nome dell’IPSSAR di Villa Santa Maria – succede una cosa semplice ma importante: un ex studente lascia un commento.
E quel commento apre un mondo.

Sotto quel post, infatti, qualcuno ha scritto:
“Quando la scuola alberghiera era un bellissimo punto d’inizio.”

Quella frase, così spontanea e vera, merita una risposta.
Merita un articolo.
Perché dentro c’è tutto: memoria, dolore, orgoglio, nostalgia e, soprattutto, un richiamo alla realtà.

E allora la risposta è questa.


Villa Santa Maria: la patria dei cuochi, ma anche delle storie

Chi è passato per quell’istituto lo sa. Villa Santa Maria non era solo un luogo geografico: era un destino possibile.
Era l’idea che, con disciplina e sacrificio, un ragazzo di paese potesse trovare un mestiere che ti porta ovunque.

Il Marchitelli era parte della vita quotidiana del paese, un simbolo identitario, un faro formativo che univa generazioni di studenti provenienti da Abruzzo, Molise e da mezza Italia.


Il tempo in cui si imparava davvero

C’è stato un periodo in cui lì dentro si imparava sul serio.
Gli insegnanti non erano solo professori: erano professionisti con una mentalità da brigata, da sala, da albergo vero.
E tu dovevi stare dietro ai loro ritmi.

Si cucinava davvero.
Si serviva davvero.
Si sbagliava davvero.
Si cresceva davvero.

E si cresceva bene.


Il convitto: la scuola dentro la scuola

Per tanti, il convitto è stato l’altro grande maestro.
Lì si imparava la convivenza, la disciplina, il rispetto degli orari, il valore dell’amicizia.
Lì si formavano caratteri, non solo professioni.


Una scuola che apriva le porte del mondo

Moltissimi ex studenti sono partiti e hanno trovato lavoro in ristoranti, alberghi, villaggi, resort, navi da crociera.
Il Marchitelli era un biglietto da visita vero.

Dire “ho studiato a Villa Santa Maria” significava affidabilità, precisione, professionalità.


Il calo, le difficoltà, la nostalgia

Poi sono arrivati gli anni difficili.
Il calo degli iscritti.

Una gestione manageriale incerta, a tratti confusa, fatta di decisioni poco chiare e poca visione.
Sono arrivati i controlli, le verifiche, le indagini della Guardia di Finanza che – giuste o sbagliate che fossero – hanno pesato come macigni sull’immagine dell’istituto.

Il risultato è stato un clima di sfiducia, un lento impoverimento, una perdita di forza e identità.

Ma, nonostante tutto, una cosa rimane certa:

questa scuola ha dato moltissimo a tantissimi.


È il tempo di ripartire. E si dovrebbe ripartire da voi:dagli ex studenti.

Ed è qui che la frase del commento diventa preziosa.
Perché nella nostalgia c’è una direzione.

Se c’è una vera ripartenza possibile, nasce dagli ex studenti.

► Da chi quella scuola l’ha vissuta.
► Da chi ne conosce valore e difetti.
► Da chi sa cosa significhi davvero essere formati a Villa Santa Maria.
► Da chi oggi, nel mondo del lavoro, porta ancora addosso quella disciplina e quella mentalità.

Il rinnovamento non arriverà dall’alto.
Non arriverà da un decreto.
Non arriverà “per caso”.

Il rinnovamento nascerà se voi ex studenti deciderete di rimettervi attorno a quel nome, a quella storia, a quella identità- dirigenza permettendo.

Perché Villa Santa Maria non è solo un istituto.
È una comunità sparsa nel mondo.
È un patrimonio umano enorme.

E allora sì, la risposta a quel commento è questa:

È davvero il tempo di ripartire.
E si riparte da voi.
Dagli ex studenti.
Da chi sa che quella scuola, un tempo, era un bellissimo punto d’inizio.
E può esserlo ancora.


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