Quando si osanna Prodi, ma ci si dimentica come è finita

In questi giorni va di moda una strana nostalgia politica: quella che rimette su un piedistallo Romano Prodi come il grande unificatore del centrosinistra.
Il Professore che — ci viene ricordato — sconfisse Berlusconi guidando “l’Ulivo”, una coalizione così larga da sembrare un condominio più che un progetto politico.

Fin qui, tutto bene.
La memoria, però, andrebbe usata tutta, non solo a pezzetti.

🌿 L’Ulivo: la coalizione-condominio

L’Ulivo era davvero una “cozzaglia”, come qualcuno la definisce oggi?
Dipende dai punti di vista.
Sicuramente era un’alleanza eterogenea, che andava dai cattolici del PPI ai post-comunisti, dai verdi ai socialisti, fino a Rifondazione Comunista che appoggiava il governo dall’esterno.

Un mosaico affascinante, certo.
Stabile? Un po’ meno.

🕰️ E quanto durò quel governo?

Poco si dice del finale.
Eppure il dato è semplice e non opinabile:

👉 Il primo Governo Prodi (1996–1998) durò 2 anni e 5 mesi.
Cadde quando Rifondazione Comunista ritirò l’appoggio sulla finanziaria.
Fine dei giochi.

Un governo nato per “battere Berlusconi” si ritrovò abbattuto dai suoi stessi alleati.

🧩 Il secondo giro? Andò peggio

Nel 2006 Prodi tornò e sconfisse di nuovo Berlusconi, questa volta con “L’Unione”, una coalizione ancora più vasta.

Risultato?

👉 20 mesi.
Nemmeno due anni.
Caduto di nuovo per tensioni interne, veti incrociati, mini-partiti che pesavano come giganti.

🎭 La memoria selettiva

Oggi, però, sembra che di tutto questo non rimanga traccia.
Resta solo l’immagine del “professore che vinse”, del leader mite, europeista, competente — qualità reali, per carità — ma si evita accuratamente di ricordare il problema strutturale del centrosinistra italiano:
una coalizione incapace di convivere con sé stessa.

La verità è semplice:
✔️ Prodi vinse due volte
❌ E due volte fu fatto cadere dai suoi

Non da complotti.
Non dal “nemico”.
Da chi avrebbe dovuto sostenerlo.

🔍 Cosa insegna questa storia?

Che non basta vincere le elezioni.
Serve governare.
E per governare serve una coalizione che sappia stare insieme più di una stagione calcistica.

Osannare Prodi oggi senza ricordare come finirono i suoi governi è come guardare una partita fermandosi al primo gol e dimenticando il risultato finale.

Un po’ comodo.
Un po’ italiano.
Un po’… pensiero scomposto.

✍️ Il Sognatore Lento


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