Lu F’rrar: Il “Gommista” di Altri Tempi

Fino agli anni ’60, a Montenerodomo, il fabbro era una figura centrale nella vita quotidiana. Non solo si occupava di costruire e riparare utensili, attrezzature agricole e oggetti in ferro, ma era anche il “gommista” dei tempi passati per gli animali da lavoro. In un’epoca in cui l’agricoltura e il lavoro nei campi erano al centro della vita del paese, lu f’rrar aveva il compito fondamentale di ferrarli: asini, muli, cavalli e altre bestie da lavoro venivano portati da lui per avere il ferro saldato ai loro zoccoli.

Il suo lavoro non riguardava solo la creazione dei ferri per gli zoccoli, ma

anche la manutenzione e la riparazione, proprio come fa oggi il gommista con i pneumatici dei veicoli. Se un ferro si rovinava o si perdeva, l’animale rimaneva fermo, e l’intera giornata di lavoro rischiava di andare perduta. Per questo, il fabbro diventava un punto di riferimento per il buon andamento della vita agricola, che in quegli anni si basava su una fitta rete di relazioni comunitarie.

Il Rituale del Ferramento: Un Lavoro Artigiano e Comunitario

La pazienza del maniscalco: un gesto antico che teneva insieme l’uomo, il cavallo e la strada

Lu f’rrar lavorava in una piccola bottega, che diventava il cuore pulsante del paese, dove non solo si riparavano i ferri, ma si raccontavano storie, si scambiavano notizie e si formavano legami tra le persone. Il fabbro, con i suoi attrezzi, il suo martello, il fuoco e la sua pazienza, non solo garantiva la mobilità degli animali, ma anche un senso di appartenenza alla comunità, perché in quel momento di attesa, il lavoro si mescolava con il calore della socialità.

Così come oggi il gommista è una figura centrale per la cura dei nostri mezzi di trasporto, ieri lu f’rrar lo era per il buon andamento del lavoro agricolo e per il benessere degli animali da lavoro. Con il passare del tempo e l’evolversi delle tecnologie, il mestiere del maniscalco è scomparso, lasciando spazio a nuovi lavori. Tuttavia, la sua figura rimane viva nella memoria del paese, come un simbolo di dedizione, di lavoro manuale e di comunità.

Il Nostro “Gommista” di Ieri

Molti di noi ricordano ancora quel suono ritmato del martello che batteva sul ferro, la luce tremolante del fuoco nella sua bottega e l’odore del metallo caldo. A Montenerodomo, come in molti altri paesi, il mestiere di lu f’rrar è stato sostituito dalle nuove tecnologie, ma il suo ruolo nella comunità, il suo contributo alla vita agricola e al benessere degli animali, è qualcosa che non può essere dimenticato.

Oggi, mentre i gommisti si occupano delle nostre auto, il ricordo di lu f’rrar ci

Il ferro cantava sotto il martello, e in quel ritmo antico c’era tutto il mestiere di una vita

riporta alla memoria un altro tempo, in cui il lavoro era spesso segnato dalla fatica manuale, ma anche da una forte connessione umana e sociale. Non sono solo i pneumatici che si consumano, ma anche il tempo che passa, lasciando dietro di sé mestieri e tradizioni che meritano di essere ricordati.


✒️ Il Sognatore Lento
Rubrica Memorie di Montenerodomo


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