Rintrocilo al sugo di pelosi


La Tradizione Frentana che Profuma di Mare

Il Rintrocilo è una pasta antica, custode delle tradizioni contadine e pastorali

del territorio frentano. A uno sguardo distratto potrebbe ricordare la pasta alla chitarra, ma la parentela è solo apparente: il rintrocilo appartiene alla grande

famiglia delle paste povere e nobili insieme, quelle fatte solo con ciò che la terra offriva.
Nella sua ricetta, infatti, compaiono solo farina di grano duro, acqua e sale: niente uova, come nella migliore tradizione delle comunità rurali dell’entroterra.

A renderlo unico è lo strumento che gli dà il nome: il matterello scanalato, un rullo di legno con profonde incisioni che, dopo aver steso la sfoglia, la taglia in strisce regolari e ruvide, perfette per trattenere il sugo. Prima dell’avvento della “chitarra-maccarunare”, questo matterello era l’alleato fedele delle massaie, capace di trasformare un impasto semplice in una pasta corposa e generosa.

Come accade spesso in Abruzzo, la stessa pasta cambia volto a seconda di dove la si cucina:
– nell’entroterra, si accompagna a un ricco sugo di carni miste;
– sulla Costa dei Trabocchi, invece, abbraccia un condimento poetico e marinaro: il sugo di pelosi, piccoli granchi dal carapace ricoperto di setole, dal sapore intenso e inconfondibile.

La ricetta che segue è proprio quella della costa: semplice nei gesti, profonda nel gusto.


Ingredienti

Per il rintrocilo

  • 400 g di farina di grano duro
  • Un pizzico di sale
  • Acqua q.b.

Per il condimento ai pelosi

  • 1 litro di passata di pomodoro a pera d’Abruzzo
  • Olio extravergine d’oliva a piacere
  • 4 granchi pelosi medi
  • 2 spicchi d’aglio
  • 1/2 peperone fresco rosso
  • 1 bicchiere di vino Trebbiano d’Abruzzo
  • 1/2 bicchiere d’acqua

Preparazione

Ci sono piatti che non sfamano soltanto: raccontano.
Il rintrocilo ai pelosi è uno di quelli.
Unisce il mare che respira tra gli scogli della Costa dei Trabocchi e la terra paziente delle nostre case, dove la pasta nasceva da mani che conoscevano la fatica e la bellezza delle cose semplici. Il sugo, lento e profumato, si costruisce come una storia antica: aglio schiacciato, peperone rosso, granchi pelosi che portano con sé il sapore del mare vero, quello che ti rimane sulle mani e nell’anima. Due ore di attesa, mentre il pomodoro si stringe al profumo del Trebbiano d’Abruzzo e diventa memoria liquida.

Poi arriva la magia della spianatoia.
La farina, l’acqua, il sale: ingredienti poveri, eppure capaci di trasformarsi in un impasto vivo. Con il matterello scanalato, la sfoglia si arriccia e diventa rintrocilo, ruvida al punto giusto per catturare il sugo. È un gesto antico, da pochi secondi, ma che racchiude secoli di tradizione contadina.

Quando pasta e mare si incontrano nel tegame, avviene ciò che rende questo piatto unico: la ruvidità della terra si lascia avvolgere dall’intensità del mare.
E quel profumo che sale è un viaggio: le case di campagna, le reti stese ad asciugare, il vento che scivola tra i trabocchi.

Un piatto che non ha bisogno di decorazioni.
La sua forza è nella verità: l’abbraccio perfetto tra ciò che siamo stati e ciò che siamo ancora, tra la semplicità della nostra gente e la ricchezza silenziosa del territorio.

✒️ Il Sognatore Lento

Analisi organolettica – Rintrocilo ai pelosi

👁 Vista

Il piatto si presenta con un colore rosso vivo, tipico della passata di pomodoro a pera d’Abruzzo, leggermente illuminato dai riflessi aranciati del sugo di crostacei.
Il rintrocilo, grazie alla lavorazione con il matterello scanalato, appare ruvido, irregolare il giusto, con superfici solcate che trattengono il condimento.
La presenza dei pelosi dona un tocco scenografico al piatto: gusci scuri, quasi rame, che raccontano il mare prima ancora dell’assaggio.


👃 Olfatto

Il profumo è marino e intenso.
Le note principali sono:

  • iodio e crostaceo, dirette e verticali, aggiunte tipiche dei pelosi;
  • la dolcezza naturale del pomodoro a pera, che arrotonda l’aromaticità del sugo;
  • una punta vegetale del peperone fresco rosso;
  • sentori caldi di aglio soffritto e olio evo;
  • una sfumatura vinoso–floreale data dal Trebbiano d’Abruzzo in sfumatura.

Il bouquet complessivo è complesso, ma armonizzato dalla lunga cottura lenta che “lega” tutte le componenti.


👅 Gusto

Al palato domina un equilibrio perfetto tra sapidità marina e dolcezza naturale del pomodoro.

Caratteristiche gustative principali:

  • Sapidità
  • La sapidità è quella giusta, quella che viene dal mare vero: intensa ma mai fastidiosa, la stessa che i pelosi regalano dopo una lunga cottura paziente.
  • Tendenza dolce
  • Il pomodoro a pera, cotto piano, porta una dolcezza naturale che abbraccia la pasta di semola e addolcisce la spinta salina del sugo.
  • Acidità
  • C’è un filo di acidità, leggero e pulito, dato dal pomodoro e dal vino in sfumatura: serve solo a rinfrescare il boccone, senza diventare protagonista.
  • Pungenza
  • L’aglio e il peperone fanno il loro lavoro con discrezione: una punta di vivacità che si sente appena, come un soffio.
  • Umami
  • Qui sta il cuore del piatto: un sapore pieno, rotondo, profondo, che nasce dalla carne interna dei pelosi e che avvolge tutto il sugo. È quel gusto “antico” che resta in bocca e racconta il mare meglio di mille parole.

La pasta, ruvida e corposa, restituisce una masticabilità piena e decisamente appagante.


👄 Consistenza e struttura

Il rintrocilo è una pasta di buona struttura, con una consistenza elastica e una superficie spessa che trattiene perfettamente il sugo.
Il condimento è vellutato ma corposo, con una densità che avvolge la pasta senza scivolare.


🍽️ PePersistenza aromatica

La persistenza è importante: il sapore non svanisce subito, anzi rimane a lungo, come fanno i piatti veri.
In chiusura torna forte il mare dei pelosi, pulito e intenso, accompagnato dal dolce del pomodoro cotto piano.
Poi arrivano i piccoli tocchi del peperone e il profumo leggermente tostato lasciato dal fondo del tegame.

È un gusto che resta, che invita a un altro boccone,
uno di quelli che ti fanno dire:
“Questo non è un piatto qualsiasi.”


Caratteristiche finali

Quando assaggi questo piatto, la prima cosa che senti è la sapidità: arriva chiara, pulita, quella del mare vero, ma senza mai diventare troppo.
Subito dopo arriva la dolcezza del pomodoro a pera, che ammorbidisce tutto e porta equilibrio, come fanno i sapori semplici e fatti bene.

Poi c’è la succulenza, che è forse la cosa più bella di questo piatto: il sugo dei pelosi è ricco, generoso, quasi materno, e avvolge la pasta in un abbraccio caldo.
L’untuosità è quella giusta, presente senza esagerare, capace di dare rotondità senza appesantire.

I profumi, l’aromaticità, sono quelli che ti aspetti da una cucina di mare preparata con calma: un po’ d’aglio, un tocco di peperone, il pomodoro che si è ristretto piano piano, e soprattutto il profumo dei pelosi che è l’anima del piatto.

Nel complesso, è una struttura importante ma armonica: ogni sapore ha il suo posto, niente sovrasta, tutto dialoga.
E quando hai finito il boccone, ecco la persistenza: un gusto che rimane, un finale marino che torna a farsi sentire, come un’onda che si ritira ma lascia il segno sulla sabbia.

È un piatto che parla da solo, che racconta un territorio e il suo modo di cucinare: senza rumore, ma con verità.

Abbinamento poetico per Rintrocilo ai pelosi

L’abbraccio del mare e della terra
di Il Sognatore Lento

Ci sono piatti che non parlano:
sussurrano.

Il rintrocilo ai pelosi è uno di questi.
Una pasta ruvida, nata tra mani antiche,
che incontra un sugo venuto dal mare,
carico di vento salato e di silenzi profondi.

Per accompagnarlo non serve un vino rumoroso,
né un calice che vuole comandare la tavola.
Serve un compagno gentile,
capace di asciugare la sapidità del mare
e di accarezzare l’acidità del pomodoro
senza spegnerne la voce.

E allora arriva lui,
il Cerasuolo d’Abruzzo,
non quello che si impone,
ma quello che cammina a fianco.

Ha il colore delle ciliegie d’inizio estate,
la morbidezza della luce al tramonto,
la freschezza che disseta senza chiedere nulla.

Nel bicchiere porta ricordi:
di frutti rossi maturati al sole,
di colline che guardano l’Adriatico,
di passi lenti tra vigne antiche.

E mentre la pasta assorbe il sugo
e il mare sale dal piatto come un respiro,
lui rimane lì,
discreto, presente,
a rimettere ordine ai sapori
a rimettere ordine ai sapori
come si addolcisce il silenzio al risveglio.

Non è un abbinamento:
è un equilibrio.
Un modo di stare insieme.
Una danza semplice,
dove il vino non vince,
ma accompagna.

E quando l’ultimo boccone svanisce,
rimane in bocca un’idea dolce:
che certi sapori,
come certi abbracci,
non hanno bisogno di essere spiegati.
Solo vissuti.

— Il Sognatore Lento


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