
Quando l’ultima campanella suonò, la scuola si svuotò in poche manciate di minuti.
Luna e Sara uscirono insieme, stringendosi le spalle contro un vento che sapeva già di autunno.
«Allora, domani ci sei?» chiese Sara. «Possiamo pranzare insieme e poi magari proviamo a vedere se il teatro fa per te…»
Luna annuì. Ma nella sua testa c’era spazio solo per il quaderno e per quella domanda:
Tu sei pronta?
Si salutarono alla fermata dell’autobus.
Sara salì per prima, sollevando il braccialetto blu in un mezzo saluto.
Il charm a forma di stella scintillò.
Una scintilla che sembrava volerle dire: a domani.
Una sera piena di pensieri
A casa, Luna raccontò alla mamma solo le cose normali: la nuova compagna simpatica, la palestra enorme, il professore con troppi fischietti al collo.
Niente magie.
Ancora no.
Dopo cena si chiuse in camera sua.
La lampada sul comodino mandava una luce morbida e calda.
Il quaderno era sul letto, a pochi centimetri da lei.
Immobile.
Silenzioso.
Per un attimo Luna pensò che fosse stato solo un sogno.
Poi, all’improvviso, una riga luminosa si accese sulla copertina.
Una linea sottilissima, come un filo di luna.
Luna lo aprì.
La pagina era bianca… ma non per molto.
Non tutti possono vedere.
Non tutti vogliono credere.
Tu puoi. Tu devi.
Le parole tremolarono.
E poi ne arrivarono altre:
Ci sono Tre Luci.
Tre cuori che brillano.
Tre destini che si cercano.
Luna sentì un fremito correre lungo la schiena.
Tre luci?
Tre persone?
Sara… e chi altro?
La scrittura riprese:
Il Patto inizia domani.
Scegli con chi stai.
Luna strinse i pugni.
Una parte di lei voleva chiudere il quaderno e nascondersi sotto le coperte.
Un’altra, invece, voleva aprire quella porta invisibile e correre incontro a ogni mistero.
Il sogno delle stelle
Quella notte Luna fece un sogno.
Era nella palestra della scuola, vuota e silenziosa.
Le luci erano spente, ma sul pavimento brillavano tre stelle. Non disegnate: vere, pulsanti, vive.
La prima era blu.
La seconda, verde.
La terza, argento puro, come la luce della luna.
Le tre stelle si sollevarono in aria e formarono un triangolo perfetto.
Al centro, una porta di luce palpitava come un cuore.
Una voce sussurrò:
Aprila.
Ma non da sola.
Luna tese una mano verso la porta, ma una forza invisibile la fermò.
Qualcosa sul suo polso brillò.
Guardò: un braccialetto.
Non blu. Argentato.
Il suo.
Si svegliò col fiato corto.
Un segnale nel cielo
Si alzò e si avvicinò alla finestra.
Il cielo era limpido, pieno di stelle.
Ma una, proprio sopra la scuola lontana, brillava più forte di tutte.
Pulsava.
Una… due… tre volte.
Tre luci.
Luna rimase a guardare finché la palpebre non si fecero pesanti.
Non aveva tutte le risposte.
Anzi, non ne aveva quasi nessuna.
Ma sapeva questo:
Il giorno dopo, tutto sarebbe cambiato.
Perché il quaderno aveva parlato.
La magia l’aveva chiamata.
E lei… anche se aveva paura… aveva deciso di ascoltare.

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