
torna al Capitolo 3 – ✨Le famiglie dei vitigni
🔗 Approfondimenti sulle Malvasie:
– Malvasia di Lipari → link
– Malvasia di Sardegna → link
– Malvasia di Candia Aromatica → link
– Malvasia di Candia bianca → link–
– Malvasia Nera di Brindisi → link
-Malvasia bianca e nera di Basilicata → link
– Malvasia del Lazio → link
-Malvasia bianca → link
– Malvasia di Lecce → link
-Malvasia di Brindisi → link
– Malvasia lunga bianca → link
– Malvasia di Schierano → link
– Malvasia di Casorzo → link
– Malvasia Istriana → link
-Malvasia nera → link
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Le Malvasie non sono un vitigno
Sono una famiglia storica, una diaspora del vino.
Il nome Malvasia nasce dal Mediterraneo orientale (Monemvasia, Grecia), ma quello che arriva in Italia non è un vitigno unico:
sono uve diverse, spesso non imparentate geneticamente, unite da:
- storia commerciale
- fama aromatica
- successo presso nobiltà, monasteri e mercanti
👉 Per questo oggi esistono Malvasie bianche, nere, aromatiche, secche, dolci, spesso diversissime tra loro.
🧭 Come capirle davvero (schema mentale semplice)
1️⃣ Malvasie aromatiche (le più “riconoscibili”)
Profumi evidenti, floreali, talvolta speziati.
- Malvasia di Candia Aromatica
👉 una delle poche davvero aromatiche per genetica
👉 profumi netti, identità forte, secca o frizzante - Malvasia di Lipari
👉 sole, vento, appassimento
👉 dolcezza nobile, mai banale
📌 Qui l’aroma non è un difetto, è vocazione.
2️⃣ Malvasie “da territorio” (meno profumo, più struttura)
Qui il nome Malvasia resta, ma il vino parla la lingua del suolo.
- Malvasia Istriana
👉 poco aromatica
👉 grande capacità di esprimere terroir - Malvasia del Lazio
👉 spesso in uvaggio
👉 equilibrio più che esplosione - Malvasia di Sardegna
👉 mediterranea, salina, spesso secca
📌 Queste sono Malvasie da tavola vera, non da profumeria.
Le Malvasie rosse (le più fraintese)
All’interno della grande famiglia delle Malvasie esiste un gruppo spesso frainteso: quello delle Malvasie rosse. Il motivo è semplice e storico allo stesso tempo. Il nome Malvasia evoca, nell’immaginario comune, vini bianchi, talvolta aromatici, talvolta dolci. Quando ci si trova davanti a una Malvasia a bacca rossa, l’aspettativa entra subito in conflitto con il bicchiere.
Queste uve non nascono per stupire con il profumo, né per cercare immediatezza. La loro forza è più discreta: colore, morbidezza, equilibrio. Per questo, nel tempo, sono state spesso utilizzate in uvaggio, come uve di supporto, capaci di completare vini più strutturati o più irruenti. Un ruolo che le ha rese indispensabili in cantina, ma poco riconoscibili nel racconto.
Eppure le Malvasie rosse possiedono un’identità autonoma. La Malvasia Nera di Brindisi e la Malvasia Nera di Lecce esprimono il calore e la profondità del Mediterraneo; la Malvasia di Casorzo e la Malvasia di Schierano mostrano invece un volto più leggero e fresco, spesso sorprendente per bevibilità. Non sono vini da effetto speciale, ma vini da tavola nel senso più alto del termine: accompagnano, sostengono, durano.
Capirle significa superare l’equivoco di fondo: Malvasia non è sinonimo di vino bianco, ma il nome di una famiglia ampia, complessa, adattabile. E come spesso accade nelle famiglie più grandi, alcune voci parlano a bassa voce. Non per questo hanno meno cose da dire.
🧠 La verità che conta
La Malvasia non è uno stile, è una storia che si è adattata.
È:
- il vino dei mercanti
- dei monasteri
- delle rotte
- dell’incontro tra popoli
Per questo:
- in Sicilia diventa sole
- in Emilia diventa fragranza
- in Istria diventa pietra
- in Puglia diventa profondità
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