
Premessa
Sulla Costa dei Trabocchi, ogni oggetto – una conchiglia, un sasso levigato, una corda di legno, perfino un’ombra che vola – può diventare fonte di ispirazione. Oltre alla bellezza c’è la poesia, oltre al paesaggio c’è il racconto. È questo che rende unico questo tratto di costa: non è solo mare e orizzonte, ma un intreccio di segni che parlano all’anima.
L’incontro
Ci sono immagini che restano impresse non per la perfezione estetica, ma per la forza simbolica che racchiudono. Un trabocco, sospeso tra legno e mare, e una cornacchia che vola sopra le sue reti: due mondi diversi che, per un istante, si incontrano nello stesso orizzonte.
La cornacchia non conosce confini. Vola libera, si posa quando vuole, osserva dall’alto. È l’immagine della natura che non chiede permesso e che attraversa il tempo senza preoccuparsi delle stagioni turistiche o dei calendari comunali.
Il trabocco, invece, è l’opposto: radicato, paziente, costruito con mani che hanno intrecciato legni e corde per resistere alle onde. È simbolo di memoria e di fatica: non vola, ma custodisce. Non si muove, ma accoglie.
Una metafora della costa
In questo incontro c’è la metafora della Costa dei Trabocchi. Da un lato la libertà selvaggia del mare e degli animali che lo abitano, dall’altro l’opera dell’uomo che ha saputo adattarsi alla natura senza domarla del tutto.
Una convivenza fragile e poetica: i trabocchi non esisterebbero senza il mare, ma neppure il mare sarebbe lo stesso senza quei legni che lo punteggiano come sentinelle.
L’equilibrio umano
E noi, spettatori di questa scena, da che parte stiamo?
Forse nel mezzo: come la cornacchia, sogniamo la libertà. Come il trabocco, abbiamo bisogno di radici. È questo equilibrio che ci definisce: la ricerca di un volo che non perda mai il contatto con la terra.
Alla fine, resta un’immagine semplice ma potente: il nero dell’uccello in contrasto con l’azzurro del mare e del cielo. Una pennellata imprevista su una tela che sembrava già compiuta. È la natura che ci ricorda che non siamo padroni, ma ospiti.
Conclusione
La Costa dei Trabocchi vive anche di questi dettagli: un’ombra che vola, un’onda che si infrange, una corda che scricchiola. Piccoli segni che insieme costruiscono il racconto di un luogo che non smette di sorprendere.
Perché qui, davvero, ogni cosa è poesia.
✍️ Il Sognatore Lento