Categoria: monteneresi nel mondo – le nostre storie
-
🎅 Lettera di Babbo Natale a tutti i Monteneresi nel mondo
🎅✨ Babbo Natale arriva anche tra le montagne del nostro Abruzzo. Montenerodomo vestita di neve, le luci accese nelle case, e un messaggio che attraversa le distanze: chi parte porta via un sogno, ma lascia sempre il cuore qui. Un augurio a tutti i Monteneresi nel mondo… dove batte il cuore, lì è Natale. ❄️❤️
-
🐖 Il maiale, la vacca e la sopravvivenza
Un tempo, a Montenerodomo, un maiale o una vacca non erano solo animali, ma una forma di vita condivisa: cibo, speranza e dignità. Questo racconto è un omaggio a chi ha saputo vivere con poco, ma con immensa riconoscenza. E un invito ai giovani a non dimenticare da dove veniamo. ✒️ Il Sognatore Lento –…
-
Capitolo 26 🗝️ La chiave nella porta – Quando a Montenerodomo non serviva bussare
Un racconto di fiducia, vicoli aperti e case che non avevano paura di nessuno. A Montenerodomo la chiave restava nella porta: bastava dire permesso per sentirsi di famiglia. Un ricordo semplice, un mondo che parlava di comunità più che di serrature.
-
Capitolo 25 – Cotiche e fagioli
Un viaggio nel cuore della cucina montenerese, dove il fuoco lento della pignata trasformava ingredienti semplici in piatti ricchi di storia. Le cotiche e i fagioli non erano solo cibo: erano un gesto antico, un profumo d’inverno, un legame profondo con Montenerodomo e con la vita contadina. Un racconto dedicato ai monteneresi di ieri e…
-
Lu F’rrar: Il “Gommista” di Altri Tempi
🔨 Lu F’rrar di Montenerodomo – Il mestiere che forgiava la comunità. Fino a qualche decennio fa, il fabbro era il cuore pulsante del paese. La sua bottega era il punto di riferimento per tutti, dove il ferro veniva lavorato con le mani esperte e il cuore. Oggi, il suo mestiere è scomparso, ma la…
-
Antonietta Travaglini – Un ritorno atteso quarant’anni
La testimonianza di Antonietta Travaglini, montenerese emigrata in Francia nel 1958. Dopo quasi quarant’anni di lontananza, è riuscita a tornare al suo paese: due mesi intensi tra ricordi, affetti, sorprese e radici che non si spengono mai.
-
👞 Capitolo 18 – Lu Mastàr
Fino agli anni Sessanta, a Montenerodomo, c’era un artigiano capace di tenere insieme la vita con ago, filo e pazienza: lu mastàr, il sellaio del paese. Nelle sue mani il cuoio diventava forza, lavoro e dignità. Un mestiere silenzioso, oggi scomparso, ma ancora vivo nella memoria di chi ne ha respirato l’odore. ✒️ Il Sognatore…
-
🔔 La voce del paese
Le campane di Montenerodomo nel tempo che fu Non solo richiamo religioso, ma orologio collettivo: a Montenerodomo, le campane segnavano il ritmo della rinascita.Scandivano le ore del lavoro, della festa e del lutto.Oggi qualcuno le chiama “rumore”. Ieri erano voce, respiro, appartenenza. C’era un tempo in cui gli orologi non comandavano la vita: la accompagnavano.…
-
Sabina Rossi (di Panacce) – Da Montenerodomo all’Argentina, fino all’Australia
La testimonianza di Sabina Rossi, partita da Montenerodomo nel 1957 per l’Argentina e poi emigrata nuovamente in Australia nel 2000. Un racconto di due emigrazioni, di sacrifici e di comunità ricostruite lontano, con le radici che non si dimenticano mai.
-
Capitolo 17 – La festa del grano: la mietitura a Montenerodomo
L’estate del raccolto Quando arrivava l’estate, a Montenerodomo il paese intero cambiava ritmo.L’aria del mattino sapeva di grano e di sole, e i sentieri che portavano verso le campagne si riempivano di voci, di passi e di canti.Era tempo di mietitura, il momento più atteso dell’anno, quello che decideva se l’inverno sarebbe stato generoso o…